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Costruzioni: (Argenta Soa), contesto migliore, chiarezza su Superbonus e cessione dei crediti

2 Maggio 2023

Roma, 2 mag. (Labitalia) – “I primi mesi del 2023 per il comparto delle costruzioni sono stati caratterizzati da un susseguirsi di incertezze e di speranze che hanno seguito i vari cambiamenti e le indiscrezioni legati alla definizione del Superbonus e alla cessione dei crediti a inizio anno”. A dirlo Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta Soa, una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, nel presentare le elaborazioni fatte dal Centro Studi di Argenta Soa sui dati Istat di oggi relativi ai prezzi alla produzione per il settore delle costruzioni e agli andamenti congiunturali del comparto edile nei primi mesi dell’anno. Con survey periodiche il Centro Studi monitora in tempo reale l’opinione degli operatori economici, non solo del mondo dell’edilizia e delle costruzioni, ma anche di tutti i settori per cui la Soa è richiesta come quelli della carpenteria, degli infissi, dell’impiantistica e tutti i servizi ambientali.

“La definizione di un quadro normativo più chiaro e lineare – spiega – ha portato ad un miglioramento delle aspettative di cui si sta agevolando il settore, anche se permangono alcune incertezze. La dinamica della produzione nelle costruzioni è tornata favorevole nel primo trimestre grazie all’incremento di quasi il 2% acquisito fino a febbraio, e ciò ha avuto un impatto positivo sulla crescita del PIL; inoltre, si è avuto un contributo significativo anche degli investimenti spinti dalle misure di implementazione del Pnrr”. “La fiducia degli imprenditori del settore – prosegue Pelazzi – ha riflesso questo stato di cose: l’indice nelle costruzioni è salito in aprile ai massimi da luglio scorso, con le attese che sono tornate a migliorare e con una più favorevole prospettiva anche con riferimento alla dinamica dei prezzi nel settore. Proprio i dati usciti oggi segnalano una decelerazione dei prezzi alla produzione per le imprese del settore. Ma non tutto è favorevole; pur se in rallentamento, il livello dei prezzi alla produzione per il settore delle costruzioni è nettamente superiore a quello pre-Covid (+13%), in particolare per gli edifici non residenziali, e ciò genera conseguenze negative sui margini delle imprese, sulla realizzazione delle opere (a causa dei costi più elevati rispetto a quelli fissati in fase di bando) e ha un impatto anche sulla possibilità di mantenere in vita tutti gli investimenti previsti nel Pnrr che, per oltre il 50%, riguardano il comparto delle costruzioni: Ance stima in oltre 107 miliardi, infatti, l’entità dei fondi contenuti nel Piano nazionale ripresa e resilienza messi a disposizione per il comparto edile”.

Il Centro Studi di Argenta Soa sta realizzando anche la rilevazione periodica su un campione di più di tremila aziende, da cui come spiega Pelazzi emerge che: “In una prospettiva di medio periodo le difficoltà che deve affrontare il settore, come dichiarato più volte da Ance e Confindustria, sono legate anche ad una carenza di manodopera (qualificata e non) che è stata accentuata dal contestuale verificarsi di due fattori: l’aumento della domanda per il settore dovuta a Superbonus e a Pnrr e il pensionamento dei cosiddetti baby boomer”. “Come avevamo anticipato nelle nostre analisi periodiche e nel Report ‘Il settore delle costruzioni nel 2022 tra Pnrr, bonus fiscali, tassi d’interesse, capitale umano e sfide esg’ – illustra – si sta manifestando in tutta la sua gravità la questione dell’aumento del costo del credito che impatta sul settore edile attraverso due direttrici: riducendo gli acquisti di abitazioni (attraverso una diminuzione dei mutui per le famiglie, i cui tassi sono saliti al 5%) e accentuando l’onere per le imprese indebitate o che devono richiedere un finanziamento (nei più recenti dati di Banca d’Italia il costo del credito è salito sopra al 3% per le imprese, di più per le piccole)”.

“Come fare – conclude Pelazzi – a risolvere queste questioni? E’ indispensabile innanzitutto che ci sia, da parte del Governo, la consapevolezza dei problemi che attanagliano il settore e che vengano intraprese decisioni per garantire le misure previste dal Pnrr (anche ottenendo una dilazione dei tempi) sulla cui realizzazione sono sempre più insistenti le voci che lasciano intendere ad una ‘selezione’ dei progetti a più alto impatto, strategia che potrebbe penalizzare il settore, oltre che il Paese; ma anche a sostegno delle famiglie e delle imprese affinché possano sopportare un costo più alto del credito”.

“Lo scenario sul SuperBonus e in generale sulla cessione dei crediti fiscali – dichiara Pelazzi – continua a evidenziare luci e ombre. Da quello che risulta al nostro Centro Studi, infatti, gli istituti finanziari hanno ripreso il meccanismo delle cessioni sui lavori già partiti ma la macchina per i nuovi lavori è ferma. Il mercato è ancora in attesa di comprendere gli effetti delle misure adottate dal Governo in seguito al tavolo tecnico messo in campo sulle misure in materia di bonus edilizi al Ministero dell’Economia e delle Finanze a cui partecipano oltre ai rappresentanti del Mef, i delegati della Presidenza del Consiglio, del Mase, del Mimit, del Mit, dell’Agenzia delle entrate, di Cdp, di Sace e delle associazioni Abi, Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confcommercio, Confassociazioni e Uppi”.

“E’ fondamentale – continua Pelazzi – che nelle nuove normative vengano integrate soluzioni – come quella proposta da Deloitte di una asseverazione per evitare truffe e abusi – per verificare costantemente la reale e costante attuazione dei lavori. Gli sforzi messi in campo da Confindustria che, come ha dichiarato il presidente Carlo Bonomi, immagina un piattaforma nella quale possano comprare i crediti anche le aziende vanno nella giusta direzione”.

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