Covid, Mantovani (Cida): “Positivo si sia preso tempo su smartworking”
Roma, 18 mar. (Labitalia) – “E’ positivo che ci si sia preso il tempo per elaborare una normativa leggera che non riporti alla situazione precedente allo stato di emergenza”. Lo dice, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Mario Mantovani, presidente Cida, Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato, commentando la proroga dello smartworking al 30 giugno. “E’ chiaro – sottolinea – che, però, dovrà finire la situazione di incertezza e le aziende dovranno prendere delle decisioni realmente organizzative”.
“Noi – avverte – auspichiamo che sia, appunto, una norma leggera, semplice nell’applicazione. L’accordo individuale, in alcuni casi, rende molto complessa l’applicazione dello smartworking, per questo dovrebbe prevalere una logica organizzativa pur tutelando i diritti dei singoli che devono essere garantiti”.
“Tuttavia – spiega – l’accordo individuale è uno strumento troppo rigido e troppo difficile da applicare soprattutto nelle aziende più grandi più strutturate. Inoltre, ci sono attività che non possono essere svolte a distanza o in maniera mista”.
“Lo smartworking – rimarca – non deve essere visto come una forma di welfare, è uno strumento organizzativo che deve portare benefici all’individuo e anche all’azienda, ma non è un benefit né una premialità. Questo sarebbe una distorsione del principio dell’istituto”.
“Anche nel pubblico – sottolinea il presidente Mantovani – dove il tipo di prestazioni che devono essere erogate devono rispondere a determinati standard, lo smartworking deve essere visto nell’ottica del servizio al cittadino”.
“Lo smartworking – auspica – deve essere un accordo di natura organizzativa che consente di dare risposte agli utilizzatori del servizio pubblico, in maniera omogenea e corretta. Per esempio, nella scuola da parte dei dirigenti scolastici, nella sanità da parte dei dirigenti sanitari, e temo che sia troppo difficile andare ad inseguire le singole posizioni individuali”.
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