Crisi, l’esperto: “Tocco femminile e capacità predittive per attraversare shock globali”
Roma, 28 mar. (Labitalia) – Pandemia, guerra e crisi globali hanno fortemente impattato sulle nostre economie e sul nostro quotidiano, si pensi ai rincari delle energie, alle code per l’olio di semi di girasoli, agli attacchi cyber. “In questo contesto – spiega Fabio Zonta, esperto del settore cpo di Engineering, la più grande tech company italiana – una catena di fornitura e approvvigionamenti solida e a prova di interruzioni è un fattore vitale innanzitutto per la normale operatività delle imprese, prima ancora che della loro capacità di competere sul mercato. Per questo, frettolosamente le aziende stanno modernizzando la direzione acquisti rafforzando i team, non solo in termini numerici ma soprattutto in termini di qualità e competenze professionali in un mix uomo/donna necessariamente equilibrato”.
“Le donne – sostiene Fabio Zonta – hanno la grande capacità di selezionare l’oggetto e/o il servizio da comprare: non si fermano al primo riscontro e approfondiscono in maniera metodica sondando qualsiasi opportunità che il mercato mette a disposizione, solo dopo decidono cosa acquistare; e poi per indole, hanno migliori abilità nella negoziazione, riescono a far valere i loro punti di vista nel rispetto delle esigenze e dei diritti altrui senza mai farsi mettere in soggezione dalla contro parte. Hanno la capacità di porsi un obiettivo e raggiungerlo senza fermarsi alle prime difficoltà. Nella mia organizzazione il 75% sono donne e in azienda la percentuale è comunque al di sopra della media del settore”.
“Per le imprese – continua Marina Verderajme, presidente nazionale di Gidp associazione direttori risorse umane – è diventata fondamentale la valutazione dei rischi esterni per una efficace strategia di impresa ed investire nella formazione di manager con competenze specifiche consente all’azienda di prevenire e indirizzare il proprio business verso la costante crescita anche diversificando le attività Il manager si trasforma pertanto dall’attuale responsabile acquisti con una retribuzione tra i 50 e 60 mila euro a un chief procurement officer che nelle grandi imprese raggiunge fino a 500mila euro”.
In tal senso la figura del cpo deve evolversi significativamente diventando una figura centrale nelle scelte strategiche aziendali e sviluppando competenze che spaziando dall’ai al risk management, dalle tecniche di negoziazione internazionale alle competenze tecniche, dalla gestione delle risorse umane alla comprensione dei modelli predittivi; e, sebbene tradizionalmente questo ruolo è stato ricoperto in prevalenza da uomini è sempre più marcata l’esigenza di una managerialità femminile in una funzione in cui il multi-talento è un plus.
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