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Def: Cida, anche con scenario peggiorato resti strumento di crescita

1 Aprile 2022

Roma, 1 apr. (Labitalia) – “Fra pochi giorni il governo varerà il Documento di economia e finanza dopo la revisione delle stime di crescita del pil da parte dell’Istat: ci auguriamo che nonostante lo shock provocato dalla guerra in Ucraina, i rincari delle materie prime e la ripresa dell’inflazione, il Def si confermi un progetto di sviluppo e di crescita dell’economia, supportando adeguatamente l’impegno delle forze produttive del Paese”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità.

“Dopo essere usciti – ha spiegato Mantovani – dalla crisi pandemica e aver registrato una buona performance degli indicatori economici, siamo stati travolti dalla guerra che ci ha fatto piombare in un grave stato di emergenza: prezzi delle materie prime alle stelle, in primis quelli energetici; rincari generalizzati dei generi alimentari; inflazione a due cifre accompagnata da effetti recessivi mondiali. Un quadro congiunturale tanto più preoccupante quanto più incerte si fanno le prospettive della pace e di un ristabilirsi degli equilibri geopolitici”.

“Il Def – ha ricordato – pensato per sfruttare le potenzialità emerse dopo il picco della pandemia e utilizzare al meglio le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si trova così a fronteggiare una situazione eccezionale, una crisi inedita che richiede risposte forti e condivise. Ma restando sulla via della crescita, del sostegno alla produzione per non sprecare quello slancio post-Covid che ha caratterizzato l’Italia fra tutti i partner europei”.

“Certo – ha suggerito – occorrerà fronteggiare il caro-bollette, sostenere imprese e famiglie in difficoltà, intervenire su un mercato del lavoro con troppi impieghi a termine, ma mantenendo la barra del timone sulla rotta della crescita. La tentazione di mettere mano alla spesa sta già manifestandosi fra le forze politiche, sensibili al richiamo elettorale che si avvicina giorno dopo giorno.

“Ecco perché – ha sottolineato – insistiamo a fare del Def il primo banco di prova di una reazione ragionata alla crisi: serve sostenere l’industria, andare avanti nella modernizzazione della pubblica amministrazione, intervenire sulle pensioni con la giusta flessibilità in uscita. Una ‘messa a punto’ del Documento di economia e finanza che non può essere effettuata solo fra i dicasteri economici, ma dovrebbe vedere convergere il contributo dei protagonisti della vita economia del Paese”.

“Crediamo sia giunto il momento di una ‘nuova’ concertazione con le parti sociali per dare più stabilità alla società, rifondare il dialogo sociale e svelenire il clima politico”, ha concluso Mantovani.

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