Ecommerce, Ambrosetti: “Da stabilità prezzi on-line abilitati 39 mld consumi tra 2020 e 2022”
Milano, 10 lug. (Adnkronos/Labitalia) – In un momento in cui l’inflazione è in cima all’agenda politica ed economica e rappresenta una preoccupazione per molte famiglie italiane, The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Amazon ha avviato un progetto di ricerca sull’impatto dell’e-commerce sui cittadini e le imprese in Italia. Una prima analisi ha riguardato le percezioni dei cittadini italiani in relazione a e-commerce e potere di acquisto. Un’analisi che si inserisce in un contesto di forte pressione inflattiva nel 2022 (con picchi fino a quasi il 12%), di riduzione del reddito disponibile (in particolare per le famiglie meno abbienti) e crescita della povertà assoluta (+300 mila famiglie rispetto al 2021).
Da questa indagine risulta che l’incremento dei prezzi e del costo della vita è il problema maggiormente sentito per 7 italiani su 10 e che l’e-commerce ha permesso a 6 italiani su 10 di aumentare o mantenere invariato il proprio potere di acquisto nell’ultimo anno. Dati confermati dall’analisi econometrica: la ricerca evidenzia che la diffusione dell’e-commerce consente di mitigare gli effetti dell’inflazione: nonostante la perdita di valore del denaro, i prezzi online si sono dimostrati più stabili negli ultimi tre anni rispetto a quelli del paniere Istat. Inoltre, proprio la stabilità dei prezzi on-line ha abilitato circa 39 miliardi di euro di consumi tra il 2020 e il 2022.
Secondo lo studio, se non ci fosse stato l’effetto della diffusione dell’e-commerce, negli ultimi 6 anni l’inflazione sarebbe stata in media il 5% più alta. Inoltre, mitigando la riduzione del potere di acquisto e del reddito disponibile, la diffusione del commercio digitale ha abilitato circa 1 miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022. La ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Amazon sull’impatto dell’e-commerce sui cittadini e le imprese in Italia è la prima realizzata in Italia sulla relazione tra e-commerce, prezzi e consumi attraverso la costruzione di un database, unico in Italia, che ha compreso oltre 1 milione di rilevazioni di prezzi on-line su 23 mila prodotti comparabili con i beni che compongono il paniere Istat dei prezzi. L’indagine si è avvalsa del supporto di Istat nella definizione del modello statistico, nella scelta dei dati e nella interpretazione dei risultati preliminari.
Scopo del progetto di ricerca portato avanti da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon è analizzare l’e-commerce in Italia nell’attuale contesto inflattivo da un punto di vista sociale, economico e trasformativo, attraverso l’analisi dei numeri chiave del settore che connotano la strategicità per il Paese. Il primo studio ha analizzato l’impatto sui prezzi derivato dall’e-commerce percepito dai consumatori (presentata al Senato il 29 marzo). Il secondo studio introduce un modello econometrico che vede l’inflazione calare al crescere dell’e-commerce. Il terzo e conclusivo studio (che verrà presentato al Forum di Cernobbio a inizio settembre), attraverso una indagine delle imprese italiane, analizza gli effetti dell’e-commerce sulle filiere industriali e produttive nazionali.
Il progetto di ricerca ha visto la partecipazione e il confronto con gli stakeholder di riferimento in tavoli privati e/o pubblici. Esperti e stakeholder coinvolti a vario titolo ad oggi sono: Marco Bianchini (economista e coordinatore di D4SME Global initiative centre for entrepreneurship, SMEs, Regions and Cities, Ocse); Alessia Cappello (assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro, Comune di Milano); Carlo Alberto Carnevale Maffè (associato di Strategy and entrepreneurship, SDA Bocconi school of management); Cristina Lo Surdo (direttore consumer protection – digital platforms and communications, Agcm); Stefano Menghinello (direttore Direzione analisi e valorizzazione nell’area delle statistiche economiche e Pnrr, Istat); Alessandro Morelli (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri); Ivana Pais (ordinaria di Sociologia economica, Università Cattolica del Sacro Cuore); Alberto Pirrone (direttore generale, Altroconsumo); Silvio Ripamonti (membro della commissione Etica, Associazione italiana di psicologia; associato di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, Università Cattolica del Sacro Cuore); Francesco Silvestro (senatore di Forza Italia; segretario, nona Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare); Giuseppe Tripoli (segretario generale Unioncamere).
La ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Amazon sull’impatto dell’e-commerce sui cittadini e le imprese in Italia ha evidenziato nove categorie merceologiche di largo consumo che hanno particolarmente beneficiato della stabilità dei prezzi on-line, tra queste citiamo ad esempio il fai da te, salute e cura della persona, grandi elettrodomestici, giardino e giardinaggio, giochi e giocattoli.
Attraverso un modello econometrico, lo studio ha poi calcolato la relazione statistica tra la diffusione dell’e-commerce in Italia e l’andamento dell’inflazione, dimostrando che, nel Paese, all’aumentare di 1 punto percentuale della diffusione del commercio elettronico, l’inflazione diminuisce di 0,02 punti. Pertanto, se non ci fosse stato l’effetto della diffusione dell’e-commerce, negli ultimi 6 anni l’inflazione sarebbe stata in media il 5% più alta. Inoltre, mitigando la riduzione del potere di acquisto e del reddito disponibile, la diffusione del commercio digitale ha abilitato circa 1 miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022.
La diffusione dell’e-commerce ha anche un effetto benefico sui consumi delle famiglie italiane. Ancora una volta, il modello econometrico ha evidenziato una relazione statisticamente significativa tra diffusione del commercio elettronico e consumi delle famiglie italiane: per ogni punto percentuale in più di diffusione dell’e-commerce i consumi in Italia aumentano di 845 mln di euro.
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