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Fisco: Caf Cia, boom certificati Isee, intermediazione fondamentale per cittadini

9 Novembre 2022

Roma, 9 nov. (Labitalia) – Si stima in 23,3 milioni il numero di modelli 730 trasmessi al fisco nel 2022, e di questi l’80,53% (pari a 18.764.275) arriva dai Caf. Significativo l’incremento dei certificati Isee: nel 2021 l’Inps ha ricevuto 8.931.555 Dsu Isee, e di questa i Caf ne hanno gestite l’88,8%, pari a 7.935.017. Un numero che rispetto al periodo 2016/2020 è cresciuto del 60%. Sono alcuni dei dati emersi nella due giorni nazionale ‘Caf Cia incontra le società convenzionate’ celebrata a Roma, organizzata dai centri di assistenza fiscale della Confederazione italiana agricoltori. “L’obiettivo di rendere i contribuenti autonomamente dichiaranti è una pura utopia in base alla legislazione vigente. Lo stesso dicasi per le certificazioni Isee, vista la complessità dei dati richiesti. Il numero dei 730 trasmessi dai Caf italiani è aumentato, superando i 23milioni anche per impulso delle pratiche edilizie: le istituzioni devono riconoscere l’importanza della mediazione fiscale offerta ai cittadini, mentre i nostri compensi sono fermi, anzi tagliati pensando che l’avvento delle precompilate avrebbe snellito gli adempimenti. Ma non è così: oggi i Caf gestiscono la stessa mole di pratiche che si aveva prima della precompilata. Riteniamo che le prestazioni debbano rimanere gratuite, perchè anche chiedere pochi euro alle fasce più deboli oggi sarebbe complicato”, ha detto il presidente di Caf Cia Nicola Antonio Sichetti.

A snocciolare i numeri il direttore Caf Cia Corrado Tei, che oltre ai dati nazionali, ha reso note le performance dei Caf Cia: “I modelli 730 complessivamente elaborati nel 2022 sono stati 517.770, mentre le Isee al 31 ottobre sono 234.233, oltre 30mila in più rispetto a tutto il 2021. E’ importante ricordare come all’Isee siano parametrate decine di prestazioni rivolte alle famiglie, con particolare riguardo alle fasce più deboli. La maggior parte, infatti, non supera il valore di 10mila euro. Oltre il 20% delle Dsu Isee elaborate dal Caf Cia nel 2022 ha almeno un componente con disabilità, mentre più del 50% dei nuclei familiari che hanno richiesto la certificazione hanno almeno un componente minore”, ha sottolineato. “In questo contesto -ha aggiunto Tei- ci troviamo ad operare in un clima di concorrenza sleale da parte di chi chiede compensi elevati, o compie addirittura operazioni di gestione irregolare dei dati fiscali, trasmettendoli con le credenziali del contribuente. Quindi privi di abilitazione. La funzione sociale dei Caf è evidentissima, e per questo chiediamo la revisione del sostegno economico che viene riconosciuto per una attività che è di fatto sostitutiva a quella dell’amministrazione fiscale. Ai fini della sostenibilità delle strutture occorre pensare ad una compartecipazione alle spese, soprattutto degli utenti con redditi più alti, consentendo la prosecuzione dei servizi verso i più deboli. Inoltre dobbiamo ipotizzare controlli mirati verso tutti i Caf e patronati irregolari”, ha sottolineato

Federico Monaco, dirigente dell’Agenzia delle Entrate, ha auspicato una più stretta collaborazione con i centri di assistenza fiscale: “Chi svolge intermediazione indirizza il contribuente ad un comportamento consapevole, e consolida il rapporto di lealtà e fiducia tra cittadini e fisco. Il lavoro dei Caf va valorizzato anche per il ruolo che svolgono nell’agevolare i cittadini ad accedere ai servizi online. L’Agenzia può impegnarsi nell’offrire nuovi servizi agli intermediari, e magari progettarli insieme. Su questo il confronto è sempre aperto”, ha concluso. A chiudere Alessandro Mastrocinque, presidente del patronato Inac Cia: “Rivendichiamo la nostra esperienza nell’aiutare i cittadini, e dunque una funzione sociale importantissima. Senza dimenticare il ruolo sindacale svolto da Caf e patronati che si traduce nell’ascolto degli utenti e la rivendicazione dei loro diritti. Una sensibilità che molti sportelli improvvisati non hanno e non possono avere”.

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