Fisco, De Lise (Commercialisti): “Aumento tetto contante? Non farà incrementare evasione”
Roma, 28 ott. (Labitalia) – “A mio parere, non c’è stretta correlazione tra l’aumento del tetto al contante e l’aumento dell’evasione”. Così Matteo De Lise, presidente dell’Ungdcec, Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, commenta, con Adnkronos/Labitalia, l’intenzione annunciata dal premier Giorgia Meloni sull’aumento del tetto al contante.
Secondo De Lise, anzi, “l’aumento del tetto al contante può permettere di far emergere quella parte che oggi si paga in nero”. “Di sicuro, non è una norma che non avrà una particolare incidenza sull’aumento dell’evasione”, sottolinea il leader dei giovani commercialisti.
Allo stesso tempo De Lise spiega che “l’aumento al tetto del contante non aiuterà i poveri, per quello servirà agire sul cuneo fiscale e sulle aliquote”, aggiunge ancora.
E sulle altre mosse preannunciate dall’esecutivo sul fisco sottolinea: “se siamo arrivati a 4 rottamazioni fiscali ci sarà un motivo… Nella riforma del fisco che ha annunciato il premier, noi ci aspettiamo che ci sia una razionalizzazione che porti a un calendario fiscale sostenibile e a una riscossione che abbia un senso. E per questo serve un nuovo ‘patto fiscale’, per riordinare quello che non ha funzionato in questi anni”, aggiunge ancora.
Per De Lise, “con un nuovo patto tra gli attori coinvolti e cioè Agenzia delle Entrate, cittadino o impresa, e commercialista ‘attestatore’ si potrà permettere alle parti di raggiungere realmente gli obiettivi di pagamento a parte di cittadini e imprese e di recupero da parte dello Stato”.
“Ad esempio, su un debito di un milione di euro, come accade per un mutuo, si potrà stabilire una rata sostenibile per il debitore e poi il commercialista attesterà l’accordo. Un patto che può reggere meglio delle rottamazioni precedenti”, rimarca.
Infine De Lise sottolinea come “positivo quanto annunciato dal premier sull’Agenzia delle Entrate. Secondo me, cominciare a ragionare su come cambiare i parametri dell’Agenzia delle Entrate rispetto all’efficacia del recupero fiscale e quindi della riscossione è il primo passo per avere numeri reali sull’evasione fiscale e anche sul recupero fiscale in Italia”, conclude.
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