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Guerra Ucraina, Ruggerone (Assologistica): “Con boom costi imprese logistica a rischio, serve sostegno governo”

14 Marzo 2022

Roma, 14 mar. (Labitalia) – Costi schizzati in alto per il caro carburante, sempre meno personale disponibile, collegamenti sempre più rallentati per il conflitto in Ucraina. Se non è la ‘tempesta perfetta’ poco ci manca per la logistica italiana che già nei due anni di pandemia aveva visto via via aumentare costi e difficoltà.

E diverse aziende della filiera rischiano la chiusura delle attività nelle prossime settimane se non arriveranno forme di sostegno dal governo. “Tante aziende della ‘logistica del freddo’ -racconta intervistato da Adnkronos/Labitalia lancia Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica- e cioè quelle che devono garantire il trasporto e l’approvvigionamento di prodotti surgelati e deperibili, ma anche di farmaci, rischiano di chiudere per il boom dei costi energetici che sopportano per garantire appunto la ‘catena del freddo’. Ma il governo non li ha inclusi tra i settori cosiddetti energivori che possono usufruire di scontistica sui costi dell’energia. Se non si interverrà a brevissimo al riguardo non possiamo escludere in futuro problemi nell’approvviggionamento di questi prodotti”, sottolinea allarmato Ruggerone.

Secondo il numero uno di Assologistica “la situazione della logistica oggi è grave e complessa, con problemi di difficile soluzione. Servono interventi sistemici, a sostegno dell’intera filiera. Abbiamo costi che sono schizzati in alto negli ultimi 18 mesi come i noli marittimi, ma la situazione è ancora più peggiorata con il caro carburanti e con lo scoppio del conflitto”.

Ma il governo per Ruggerone deve affrontare la questione logistica nell’insieme non concentrandosi solo su una parte della filiera. “Una protesta come quella dei tir, puntando a bloccare gli approvvigionamenti che già sono rallentati, è quanto di più sbagliato si possa fare. Si crea solo confusione, per fortuna al momento non registriamo particolari rallentamenti. E il governo non deve aiutare solo l’autotrasporto contro il caro gasolio, ma l’intera filiera della logistica. Si deve ragionare in modo sistemico, altrimenti non si va da nessuna parte”, rimarca ancora.

E su ministro Cingolani che ha parlato di truffa per i costi del carburante schizzati in su Ruggerone sottolinea: “Lui non è un giornalista che denuncia, è un ministro che deve agire. Noi condividiamo la sua posizione ma se un ministro pensa questa cose deve agire. Punto”, ribadisce.

Di certo oggi la filiera della logistica è in una situazione difficile. “Con lo scoppio del conflitto in Ucraina -spiega- stiamo riscontrando tantissimi rallentamenti nella movimentazione delle merci, con un boom dei costi per le nostre aziende che stanno fronteggiando anche una scarsità di personale, considerati quanti restano bloccati per giorni nelle aree confinanti al conflitto come Bielorussa, Polonia, Moldavia. E anche i collegamenti ferroviari con la Cina, che erano stati incrementati per fronteggiare l’aumento dei costi dei noli marittimi, sono stati sospesi o bloccati”, aggiunge.

“Se pensiamo ai 20 miliardi di euro di rapporti commerciali tra Italia e Russia non dobbiamo considerare solo le aziende che fanno import ed export. Ma anche alle imprese delle logistica che permettono che ciò avvenga. E l’impatto ci sarà su queste aziende senza le quali, ricordiamo, l’export del made in Italy non potrebbe esserci”, conclude.

(di Fabio Paluccio)

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