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Inps, da gennaio a oggi 4.497.281 domande assegno unico e universale per 7.259.181 figli

20 Aprile 2022

Roma, 20 apr. (Adnkronos/Labitalia) – Da inizio anno ad oggi, sono 7.259.181 i figli per cui è stato richiesto l’assegno unico e universale attraverso 4.497.281 domande pervenute all’Inps. Fino al 30 giugno sarà possibile inoltrare la domanda con il riconoscimento di tutti gli arretrati, calcolati a partire dal mese di marzo 2022. Praticamente la quasi totalità delle domande è stata elaborata in modo automatizzato. Quelle in esame alle sedi per verifiche non automatizzabili sono solo lo 0,5%. Nessuna documentazione è stata chiesta ai cittadini e tutte le informazioni necessarie alla istruttoria sono state reperite da archivi Inps o di altri enti collegati in interoperabilità con Inps (Anpr, Agenzia entrate, ministero dell’Interno, Miur etc).

Solo per meno dello 0,5% delle domande è stata chiesta della documentazione ai cittadini a comprova del possesso dei requisiti, quando tale documentazione non è stata reperita in automatico dalle banche dati della pubbliche amministrazioni.

L’Istituto sta già lavorando ai pagamenti dell’assegno per le domande pervenute ad aprile, che sono state già oltre 392mila. I pagamenti per domande di aprile saranno avviati nella prima settimana di maggio, insieme ai rinnovi degli assegni per le domande pervenute in precedenza. Dopo il 30 giugno l’assegno decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione e il pagamento è effettuato dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Come presentare la domanda? L’assegno unico universale (Auu) viene versato alle famiglie attraverso una procedura semplice e innovativa. La domanda può essere presentata sul sito web Inps, oppure tramite patronato o contact center. Per le domande presentate entro il 30 giugno 2022 saranno pagati gli assegni, se spettanti, a partire da marzo. Non è necessario avere un Isee al momento della domanda, in assenza di tale indicatore, o in presenza di un Isee superiore ai 40mila euro, l’assegno è corrisposto comunque, ma calcolato all’importo minimo previsto dalla norma. I percettori di rdc non devono presentare domanda, ma sarà loro riconosciuto d’ufficio l’assegno da Inps.

La procedura per consentire agli utenti di fare domanda di Auu è stata progettata tenendo conto della vastità ed eterogeneità della platea dei potenziali richiedenti (circa 7 milioni, secondo le stime del governo). E’ quindi una procedura estremamente semplice, intuitiva, usabile, che permette di presentare la domanda fornendo pochissimi dati (nella maggior parte dei casi solo il codice fiscale dei figli e dell’altro genitore, se presente, e le modalità di pagamento scelte), selezionare pochi flag (che attestano il possesso di uno dei requisiti previsti dalla norma o permettono una scelta tra diverse soluzioni) e terminare la compilazione delle pagine on line e inviare la domanda in pochissimi minuti.

L’utente accede alla procedura con Spid: troverà quindi precompilati nella prima pagina (dopo la home page che presenta i vari applicativi che permettono la domanda e la sua gestione) i suoi dati anagrafici. Deve quindi inserire i dati dei figli, un figlio alla volta. Le pagine da compilare sono al massimo 3, sono navigabili, e l’utente può sempre tornare in una precedente per modificare i dati già inseriti. Nella prima pagina vanno inseriti il codice fiscale del figlio e dell’altro genitore, va indicato se il figlio è disabile e selezionate alcune opzioni riguardanti il nucleo familiare. Vanno poi scelte le modalità di ripartizione dell’assegno (100% al richiedente, o ripartito al 50% tra i genitori), e flaggate le dichiarazioni circa il possesso dei requisiti per il diritto alle maggiorazioni previste dalla norma.

Nella seconda pagina vanno inserite le modalità di pagamento, che possono essere un iban, un bonifico domiciliato presso uno sportello postale, una carta prepagata con iban, un libretto postale, ed anche un conto corrente estero (area Sepa). In accordo con l’altro genitore, il richiedente, anche in caso di ripartizione al 50%, può inserire le coordinate bancarie dell’altro genitore. Tutte le coordinate fornite saranno sottoposte a prova di titolarità al momento del pagamento. Le scelte sulla ripartizione e le modalità di pagamento possono essere modificate anche in un momento successivo alla presentazione della domanda e anche dopo i primi pagamenti.

Nella terza pagina il richiedente deve flaggare il possesso dei requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno e accettare il trattamento dei dati personali da parte di Inps. A questo punto può inviare la domanda, ricevendo subito la ricevuta di presentazione e un riepilogo di tutti i contenuti della domanda. Le pagine già compilate possono essere salvate in bozza, e riprese in un secondo momento. Accanto ad ogni dato da inserire o flag/opzione da selezionare sono presenti delle informative, che guidano l’utente (usando un linguaggio semplice, non burocratico). A supporto dell’utenza, nella home page della procedura, sono poi pubblicate le faq, continuamente aggiornate sulla base della interlocuzione (anche via social) con i cittadini.

La domanda può essere presentata anche tramite app, disponibile su smartphone. Dopo aver presentato domanda, i richiedenti l’assegno possono consultare online le domande presentate, accedendovi dalla medesima home page della procedura. Possono anche modificare le domande già inviate, verificare lo stato dei pagamenti, mese per mese, verificare il calcolo fatto per determinare l’importo, possono integrare la domanda, se lo ritengono, allegando documentazione e chiederne il riesame, a determinate condizioni. L’altro genitore può a sua volta (in maniera opzionale) modificare i propri dati di pagamento e la ripartizione dell’assegno, sempre accedendo a questa sezione della home page. Tutte le modifiche apportate ai dati della domanda vengono automaticamente intercettate e avviano una nuova istruttoria per la revisione del diritto e della misura dell’assegno.

L’assegno unico universale, grazie anche all’Inps, viene erogato per dare un sostegno a favore delle famiglie con figli a carico. L’assegno unico universale (Auu), istituito con decreto legislativo 29 dicembre 2021, numero 230, è infatti un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni), senza limiti di età per i figli disabili.

E’ corrisposto per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, e varia in base alla condizione economica del nucleo familiare in cui è presente il figlio, in relazione all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee), all’età e al numero dei figli, nonché ad eventuali situazioni di loro disabilità. L’assegno sostituisce diverse altre prestazioni erogate a favore della genitorialità, tra cui gli assegni al nucleo familiare, premio alla nascita, bonus bebè, detrazioni sui figli a carico, fondo prestiti ai neo genitori.

Il decreto definisce i requisiti di cittadinanza, residenza in Italia, soggiorno, assoggettamento al pagamento delle imposte in Italia, che devono possedere i richiedenti, per tutta la durata della prestazione. Sul piano dei requisiti economici non è prevista invece nessuna limitazione, quindi tutte le famiglie con figli a carico fino ai 21 anni (e maggiorenni disabili) avranno diritto all’erogazione dell’assegno indipendentemente dal loro reddito e dall’Isee.

L’importo base mensile dell’assegno per ogni figlio minorenne va da un massimo di 175 euro al mese (Isee sotto i 15mila euro) a un minimo di 50 euro (Isee sopra i 40mila euro o assente). Per i figli maggiorenni (entro i 21 anni, non disabili) l’importo varia tra 85 e 25 euro. A questi importi si sommano poi delle maggiorazioni, per famiglie numerose e per genitori che lavorano, nonché, in modo transitorio, per chi ha percepito gli anf nel 2021 e ha un Isee inferiore a 25mila euro.

Al 4 aprile 2022 sono pervenute 4.238.009 domande di Auu per un totale di 6.866.511 figli. Al 28 febbraio erano arrivate 3.080.259 domande per 4.984.949 figli. Le Regioni con il maggior numero di domande sono state la Lombardia (17,8%), Campania (10,2%), Lazio (9,5%), Sicilia (8,5%), Veneto (8%).

La metà circa delle domande è stata trasmessa dai patronati, di queste circa il 20% in cooperazione applicativa, una modalità di trasmissione massiva di dati in via telematica, che Inps ha messo a disposizione dei patronati, che utilizza il modello di interoperabilità tra sistemi IT ‘Modi’ definito da Agid (trasmissione di file xml). A marzo gli assegni pagati sono stati circa 4,8 milioni, e hanno quindi coperto quasi tutti i figli per cui era stata fatta domanda entro febbraio ed anche entro i primi giorni di marzo. In totale, a marzo sono stati pagati assegni per 700.755.198 milioni di euro. Il 98% circa degli utenti ha scelto come modalità di pagamento un bonifico su conto corrente bancario.

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