Lavoro: Adecco, in 1 azienda su 3 ancora nessuna iniziativa di inclusione De&i
Roma, 19 giu. (Adnkronos/Labitalia) – Si registra un impegno crescente di aziende e istituzioni verso i temi della diversity, equity & inclusion, anche alla luce di quanto promosso dall’Agenda Onu 2030, ma in un’azienda su 3 ancora nessuna iniziativa di inclusione. Dalle dichiarazioni delle aziende si evince che puntare in questa direzione non sia solo un dovere etico, ma anche una questione di competitività: il 94% delle imprese che mettono in campo iniziative di de&i afferma infatti che queste apportano benefici a livello di innovazione, attraction, retention e reddittività. È uno dei dati che emerge dalla ricerca ‘Diversity, Equity & Inclusion: creare valore per il mondo del lavoro e per la società’, presentata da The Adecco Group Italia, player di riferimento nei servizi dedicati alla gestione delle Risorse Umane a livello globale.
Tuttavia, l’indagine rivela anche un dato che impone una seria riflessione sulla sfida culturale che attende il Paese: più di 1 un italiano su 5 (22%) ritiene che le attività di DE&I impattino negativamente sull’azienda. Nel dettaglio, tra coloro che sostengono questa posizione, il 45% afferma che queste attività compromettono il clima aziendale, il 34% che complicano i processi in azienda, il 21% che comportano una dispersione di risorse finanziarie.
Alla base di questa percezione negativa si celerebbe un evidente gap culturale, dettato da una scarsa consapevolezza, informazione e formazione dei cittadini sull’importanza di questa rilevante tematica. Non solo il 42% degli italiani non conosce il significato dell’espressione ‘Diversity, equity & inclusion’, ma il 77% afferma di non avere ricevuto alcuna formazione in azienda rispetto a questo tema, mentre il 67% non viene informato circa le attività di de&i intraprese dal datore di lavoro.
Una sfida culturale che è necessario affrontare proprio per sfruttare appieno il potenziale che un maggiore coinvolgimento in attività di De&i da parte di aziende, istituzioni e cittadini può comportare sul tessuto economico nazionale e sull’intero sistema Paese.
Analizzando i dati dello studio, emerge infatti che per il 35% delle aziende la De&i ha un impatto positivo sulla talent retention; per il 27% comporta un miglioramento dei processi decisionali e dell’innovazione attraverso lo scambio di idee, punti di vista ed esperienze e per il 13% genera migliori risultati finanziari e di reddittività. Ma non solo: secondo il 25% delle imprese, la De&i favorisce l’attrazione dei talenti da parte delle aziende; per 1 italiano su 2, rappresenta difatti un fattore determinante nella scelta dell’azienda per cui lavorare.
Consapevoli dei punti di forza della De&i, ad oggi il 51,7% delle aziende italiane è “molto” o “abbastanza” impegnato su questo fronte: di queste, il 39% promuove attività presso i dipendenti e la comunità in cui opera, il 36% si rivolge unicamente ai dipendenti e il 16% si impegna solamente in attività di comunicazione. Tra gli ambiti di intervento più frequenti vi sono la parità di genere (26%), seguita dall’attenzione alle condizioni di salute (22%), dall’intercultura (18%) e dall’apertura nei confronti di orientamenti sessuali differenti (12%). Particolare attenzione viene poi dedicata al principio di equità: se, infatti, il 36% delle medie imprese (50-250 dipendenti) garantisce pari risorse e opportunità di crescita professionale, il 32% delle grandi aziende si impegna a favorire un equo trattamento nei processi di selezione a candidati con background differenti. A loro volta, il 33% delle piccole si assicura che tutti i dipendenti abbiano le stesse opportunità di retribuzione a parità di competenze.
Nonostante si registri, dunque, una crescente attenzione verso la De&i, emergono diversi fronti su cui è necessario intervenire. Non soltanto il 30% delle aziende non organizza alcuna attività, ma tra quelle che affermano di impegnarsi, il 59% non prevede in realtà alcuna strategia specifica, per implementare e intensificare le iniziative in essere, e il 57% non ha stanziato un budget dedicato. Di queste, la maggioranza è rappresentata dalle piccole imprese che solo nel 17% dei casi hanno definito un piano di azione e nel 7% prevedono un budget dedicato.
In questo contesto, non può sorprendere che il 67% delle aziende impegnate nella diversity, equity & inclusion dichiari di non disporre di strumenti necessari per misurare le performance e gli effetti sul proprio operato. Una criticità evidente soprattutto nelle piccole imprese che, meno strutturate di quelle più grandi, faticano maggiormente a mettere a punto iniziative concrete e misurabili.
“La diversity, equity & inclusion è un tema che a livello governativo e tra le politiche aziendali è sempre più centrale; anche a livello di opinione pubblica, aumenta la consapevolezza rispetto alle reali potenzialità della De&i a favore dell’intero Sistema Paese. Tuttavia, rimangono importanti passi da fare per potenziare quelle competenze e risorse che consentano alle imprese di mettere a terra strategie per favorire la diversità, l’equità e l’inclusione e investire in modi più strategici su informazione e formazione dei collaboratori e le comunità in cui operano. Alla luce di ciò, è fondamentale che venga avviata una collaborazione sinergica tra istituzioni, cittadini e aziende, per sviluppare consapevolezza sul tema e contribuire a un cambiamento culturale, affinché la De&i diventi un elemento sempre più fondante delle strategie aziendali e sociali”, ha commentato Monica Magri, hr & organization director di The Adecco Group Italia.
“I dati emersi da questo studio delineano una tendenza crescente da parte delle aziende italiane a investire in attività di De&i, seppur ci sia ancora molto lavoro da fare. Oltre la metà delle imprese è infatti impegnata su questo fronte, sebbene quasi 6 su 10 non mettano a punto un piano strategico per implementare e intensificare le attività di diversity, equity & inclusion e non stanzino un budget dedicato. per accelerare questo processo, è necessario supportare le imprese nella diffusione di una cultura della de&i più capillare al proprio interno e aiutarle ad acquisire tutti gli strumenti necessari per misurare gli effetti positivi di queste iniziative sull’intero sistema aziendale”, ha aggiunto Claudio Soldà, csr & public affairs director di The Adecco Group Italia.
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