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Lavoro: da leadership a gestione stress, come allenare le soft skills più richieste dalle aziende

29 Luglio 2024

Roma, 26 lug. (Labitalia) – Le organizzazioni hanno bisogno di figure professionali con competenze digitali, green, relazionali e di adattamento al cambiamento continuo. Su uno scenario occupazionale altamente competitivo, le soft skills – dette anche competenze trasversali – si stagliano come cruciale elemento di differenziazione e successo sia per le imprese sia per i candidati che si propongono sul mercato del lavoro. Individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di skills tradizionali in settori strategici, necessari per adeguarsi alle trasformazioni aziendali in corso e ai nuovi business, rappresenta una delle sfide del futuro. Ma come allenare le soft skills più richieste dalle aziende? E come cambiano? Ad illustrarlo, blackship, organizzazione che affianca professionisti, piccole e medie imprese, grandi aziende e grosse multinazionali, per aiutarle e supportarle nel raggiungimento dei loro obiettivi strategici, migliorando e potenziando le capacità, competenze, metodologie e strumenti delle loro persone, in tre ambiti: vendita e negoziazione, soft skills, executive coaching.

“Pensiamo che persone con maggiori competenze – afferma Pasquale Acampora, amministratore unico di blackship – possano avere un migliore impatto sul mondo. Crediamo che aiutare le persone a meglio commercializzare i propri prodotti e servizi possa aiutare non tanto e non solo le organizzazioni a crescere e prosperare, ma così facendo aiutare anche le loro persone ad avere maggiori opportunità e possibilità per crescere, stare meglio e lavorare meglio. Le persone sono il nostro principale fine, il nostro principale valore e il nostro principale mezzo. Crediamo nella possibilità di avere impatto e di migliorare il mondo, una persona alla volta, questo è il nostro principale impegno”.

Fondata nel 2013, blackship si occupa dell’organizzazione sia di corsi e percorsi di formazione creati e disegnati ad hoc sulla base delle specifiche esigenze del cliente; che di eventi di formazione per un pubblico più ampio, che di interventi one to one attraverso sessioni di coaching con le persone.

Come allenare, quindi, le soft skills più richieste dalle aziende? E come cambiano? “In un contesto dove la tecnologia e il progresso stanno mettendo sempre più a disposizione molte delle competenze ‘verticali’, la capacità di guidare e ispirare le persone, sarà sempre più necessaria e distintiva. Le persone hanno sempre più bisogno non solo di un ‘lavoro’, ma di uno scopo e di un ‘ruolo’ da giocare per quello scopo. Le persone hanno necessità di ‘significato’, di fare qualcosa che non solo dia loro la possibilità di vivere, ma di farlo in maniera appagante e gratificante”, spiega Acampora.

Ecco quindi che occorrono leader capaci di creare ambienti di lavoro stimolanti, in grado di attirare, valorizzare e fare crescere i talenti. “C’è necessità di creare luoghi in cui le persone stiano bene e si sentano ‘psicologicamente sicure’ nell’esprimersi, nel portare il loro contributo. Occorrono spazi dove poter fare, sbagliare, imparare e migliorare. Dove l’errore sia parte del processo di crescita e di innovazione. Servono teste pensanti e cuori pulsanti, prima che braccia ‘facenti’. E per tutto questo c’è ancora bisogno di esseri umani che parlino con altri esseri umani. Ecco perché le soft skills sono e diventeranno sempre più importanti, con l’avanzare del progresso e dello sviluppo”, aggiunge.

Le soft skills sono competenze trasversali complete e altamente sviluppate che possono essere preziose per il successo personale e lavorativo. La leadership, in tutte le sue evoluzioni, rappresenta la prima competenza trasversale più richiesta con tutto il paradigma della ‘leadership gentile’ e della ‘vulnerabilità’. Freedomship è l’abilità nell’esercizio della libertà personale: la capacità di gestire e valorizzare le persone di talento e prima ancora di attrarle, evolvendo da manager a coach. Poi, la capacità di creare visioni e scopi che ispirino, di essere garanti dei valori. E il parlare al cuore prima che alla testa delle persone, per aiutarle a capire il significato del loro lavoro prima del contenuto.

Importante la gestione dello stato d’animo, della pressione e dello stress, per mantenere la lucidità durante le sfide più complesse, gestire le conversazioni difficili e mantenere quell’equilibrio indispensabile per il proprio benessere personale. Ma anche l’essere in grado di creare una cultura della condivisione e del feedback, dove la comunicazione fra le persone sia aperta e trasparente, così da creare ambienti in grado di fare emergere le potenzialità non ancora espresse. Essere in grado, inoltre, di aiutare le persone a stare meglio e a lavorare al meglio insieme, per fare in modo che il benessere personale abbia impatto sulla qualità del lavoro e dei risultati. E avere la capacità di innovare (e innovare davvero), in maniera sistematica, come parte integrante dei piani di breve, medio e lungo periodo delle organizzazioni.

“Per sintetizzare – prosegue Acampora – occorre avere davvero la capacità di mettere la persona al centro, non nella ‘forma”’, ma nella sostanza, per fare in modo che le persone diventino un asset strategico, da valorizzare e fare crescere nel tempo”. Da blackship arrivano, quindi, i suggerimenti per i lavoratori del futuro per sviluppare le competenze trasversali. “Sviluppare le competenze trasversali è relativamente semplice, per quanto non sia necessariamente facile. La sfida più grande da superare è il consolidamento di vecchie abitudini, non sempre funzionali”, sottolinea.

Il primo step, secondo blackship, come per qualsiasi competenza, è l’acquisizione di nuove metodologie e strumenti, più efficaci (e, perché no, più aggiornati). Il secondo passaggio, fondamentale e troppo spesso trascurato, è l’allenamento e la pratica: occorre dedicare tanto tempo di qualità all’esercizio di quanto imparato. “Solo attraverso una continua e costante messa in pratica dei nuovi strumenti e delle nuove metodologie – chiarisce il referente di blackship – si può trasformare un comportamento in un’abitudine prima e in una cultura poi. Di questo passaggio, la responsabilità ricade sui livelli più alti delle organizzazioni. Le persone vanno allenate e guidate con l’esempio”. L’ultimo step è poi la condivisione e il trasferimento di quanto appreso al maggior numero di persone possibile, così da creare un ‘effetto valanga’ in grado di arrivare a tutti i livelli dell’organizzazione. “La creazione di una ‘cultura’ non è ‘gratis’, ma ripaga ogni minuto investito, con interessi generosi”, conclude.

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