Mercalli: ‘Con riscaldamento globale a rischio per eventi estremi, bisogna fermarlo’
Roma, 11 feb. (Adnkronos/Labitalia) – “Il riscaldamento andrà a influire sull’agricoltura, esacerbando gli eventi estremi che già conosciamo, che cresceranno con l’aumento delle temperature. E’ tutta colpa nostra, ma questo è una buona notizia, siamo in grado di curare questo danno, abbiamo ancora in mano la colonna del termostato. Se vogliamo fermarci ne abbiamo ancora la possibilità altrimenti se continuiamo così porteremo il Pianeta a un passato in cui non c’era l’uomo, una situazione in cui gli sfavoriti saremmo noi”. Così Luca Mercalli, climatologo della Società meteorologica italiana, intervenendo al XVI convegno nazionale ‘Gestione del rischio in agricoltura’, nel corso della sessione moderata dal presidente di Ismea, Angelo Frascarelli.
“Negli ultimi 800mila anni la quantità della C02 non è mai stata così elevata. Dobbiamo decarbonizzare l’economia e anche l’agricoltura ha il suo ruolo. Sulle energie rinnovabili va fatto tanto, con le aziende agricole sui capannoni dei quali si possono mettere tanti pannelli fotovoltaici”, aggiunge. Quindi “modernizziamo la produzione di carne, abbandoniamo gli allevamenti intensivi aumentando la qualità e diminuendo la quantità della carne prodotta, più che mangiare hambuger ogni giorno uno spezzatino alla settimana, per fare bene all’ambiente e alla salute”.
Anche perché le prospettive potrebbero essere catastrofiche: “I ghiacciai si stanno sciogliendo e questo influisce sull’agricoltura. Il Po potrebbe trasformarsi in un rigagnolo. Dobbiamo pensare ad agricoltura capace di adattarsi a queste situazioni, con il cambio delle coltivazioni viste le siccità estive. Con l’innalzamento dei mari nel Delta del Po, in laguna veneta e piana di Fondi potrebbero avere problemi con penetrazione dell’acqua salmastra nei pozzi o anche con la sommersione di alcune aree stesse. La pianura Padana se aggiungiamo 8 gradi d’estate diventerà come il Pakistan”, continua ancora. Va evitato assolutamente ‘l’aumento di 5 grandi fino a fine secolo, una situazione catastrofica non solo per l’agricoltura ma per l’intera umanità. Se rispettiamo gli accordi di Parigi invece il pianeta non diventerà del tutto ostile”, conclude.
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