Missori (Ericsson Italia): “Ia aumenta domanda di capacità, prestazioni ed efficienza di reti tlc”

Roma, 19 mar. (Labitalia) – L’avvento dell’intelligenza artificiale e gli effetti sul mondo delle tlc, in un futuro sempre più segnato dall’innovazione per servizi all’avanguardia per gli utenti. Ne ha parlato, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Andrea Missori, amministratore delegato di Ericsson Italia
Nel contesto attuale di rapida evoluzione delle reti verso soluzioni software e Ai-based, quali sono le principali strategie di Ericsson per integrare l’intelligenza artificiale nelle infrastrutture di rete? In che modo queste innovazioni stanno trasformando il modo in cui concepite e fornite servizi?
L’intelligenza artificiale aumenta la domanda di capacità, di prestazioni e di efficienza delle reti di telecomunicazione. Il nostro approccio è duplice. Da un lato lavoriamo per portare l’Ai nelle reti, integrandone le funzionalità in prodotti e servizi, e usandola per creare reti che si autogestiscono, si orchestrano, rispondono in modo adattivo alle diverse richieste e realizzano gli intenti per cui sono programmate. Dall’altro, allo stesso tempo le reti devono funzionare al meglio per supportare l’Ai. È un circolo virtuoso. L’Ai, il 5G e il cloud sono i tre pilastri integrati della trasformazione digitale e per la creazione di nuove opportunità per gli operatori di telecomunicazioni e per i loro clienti.
Con l’espansione del 5G evoluto, quali progetti e iniziative di punta sta attualmente portando avanti Ericsson per massimizzare il valore aggiunto per i clienti e gli operatori? Come si inseriscono queste iniziative nel più ampio ecosistema del 5G?
Ericsson sta creando le reti di nuova generazione, potenti, aperte e programmabili che sono necessarie per la prossima fase della digitalizzazione. Per esempio, in quest’anno soltanto prevediamo di lanciare sul mercato più di 100 nuovi prodotti di rete che rispondono a queste caratteristiche, e permettono di accelerare l’implementazione del ‘vero 5G’ – standalone, su reti in banda media. Siamo un mondo mobile first: l’80% della popolazione mondiale accede alla rete via mobile; quindi, è necessario creare le condizioni perché queste reti supportino tutte le applicazioni e tecnologie di oggi e del futuro. A partire dall’AI. Reti che offrono connettività differenziata – garantita nelle sue caratteristiche per ottimizzare un determinato utilizzo, un’applicazione, un processo – sono fondamentali se vogliamo portare il potenziale del 5G nel mondo industriale, nelle infrastrutture critiche.
A che punto siamo nel passaggio da demo e casi d’uso a reali opportunità di monetizzazione nel campo del 5G? Quali passi considera essenziali per capitalizzare l’attuale convergenza di tecnologie e reti?
Il momento in cui passare su larga scala dalla fase ‘delle demo’ e della ricerca dei primi casi d’uso alla realtà è adesso. Al ‘Mobile World Congress’ c’erano i progetti concreti realizzati da quegli operatori che hanno puntato al 5G evoluto, e stanno costruendo le reti di nuova generazione che abilitano applicazioni e servizi per il mondo industriale, per le infrastrutture e i consumatori. Il punto è accelerare. L’Europa è ancora indietro, l’Italia a sua volta non sta facendo abbastanza, e i problemi da affrontare sono legati alla necessità di un consolidamento del mercato – che aiuti ad avere più forza per investire – a tematiche normative e alla necessità che anche i player industriali comprendano il valore aggiunto di una connettività mobile di nuova generazione.
Potrebbe descrivere come le demo immersive presentate qui al MWC, come il viaggio in tram con realtà aumentata, illustrano la direzione futura di Ericsson nel campo delle esperienze utente avanzate? In che modo queste tecnologie migliorano l’engagement del consumatore?
Abbiamo usato la metafora del tram per portare i visitatori dell’evento in un viaggio nel futuro. La realtà aumentata, ingrediente importante delle applicazioni mostrate, insieme ai wearable – smart glass, visori – è il tipo di tecnologia più vicina all’esperienza consumer che rappresenta plasticamente cosa è possibile fare, e cosa serve fare, per permettere di sfruttare appieno l’innovazione tecnologica, e le sempre più numerose applicazioni basate su Ai che possono entrare nella vita quotidiana.
Reti 5G evolute sono necessarie per garantire l’esperienza d’uso fluida, senza interruzioni, e ubiqua da parte degli spettatori. Le loro capacità devono essere tali da poter gestire ‘sulla rete’ la potenza che non è possibile avere a livello di device; servono latenze bassissime e, quando si tratta di offrire esperienze premium, con il 5G evoluto è possibile garantire la connettività differenziata. In questo modo possiamo offrire mentre facciamo gaming, o mentre siamo in viaggio su un treno ad alta velocità, una connessione di altissima qualità; l’engagement del consumatore dipende molto da questo.
Ad esempio, considerando i grandi eventi, le nostre ricerche hanno dimostrato che un utente che sperimenta problemi di connessione durante un concerto, un grande appuntamento sportivo ecc. ne è molto influenzato, e la sua propensione a cambiare operatore aumenta drasticamente. Con il 5G di nuova generazione possiamo offrire il meglio anche in ambiti di grande affollamento dove si producono decine di giga di dati di contenuti da condividere.
In che modo Ericsson sta lavorando con gli operatori telco e altri partner tecnologici per promuovere un ecosistema di rete più aperto e collaborativo? Quali sono le principali sfide e opportunità che avete identificato in questo processo di collaborazione?
Ecosistema e collaborazione sono per noi parole chiave essenziali. Siamo i primi promotori di un approccio che unisce gli operatori telco ed altri attori del mondo tecnologico, al fine di creare un mercato ricco di offerte che siano di valore per il mondo enterprise e non solo. A settembre scorso abbiamo presentato Aduna, una joint venture che sta continuando ad attrarre nuovi partecipanti e investitori, che ha proprio il target di lavorare insieme per ‘esporre’ – ovvero rendere disponibili – le capacità delle reti 5G di nuova generazione, che prima restavano nel chiuso delle reti.
Si tratta di esporre capacità e funzionalità nuove, basate su un approccio tecnologico aperto ma allo stesso tempo robusto e sicuro, che gli sviluppatori possano utilizzare per creare nuovi servizi e applicazioni che sfruttano tutto il potenziale del 5G. Deve nascere un ‘mercato delle Api’ e deve scalare velocemente affinché si alimenti un circolo virtuoso di crescita. Chiaramente questo comporta un certo cambio di mentalità da parte di tanti attori della catena del valore: un livello di collaborazione e di fiducia e di trasparenza, che è necessario per accelerare il cambiamento.
Considerando il rapido sviluppo delle tecnologie 5G e Ai in regioni come gli Stati Uniti e la Cina, come valuta la posizione competitiva dell’Europa in questo scenario globale? Quali strategie sta adottando Ericsson per colmare questo divario e quali sono le principali barriere che l’Europa deve superare per competere efficacemente?
L’Europa ha davanti a sé l’urgenza di chiudere il più possibile il gap rispetto ad altre aree del mondo in questi ambiti, perché sono le tecnologie per la competitività di oggi e soprattutto di domani, e più che mai in scenari internazionali complessi assume un valore chiave avere maggior forza e maggior dominio su di esse.
Ericsson lavora al fianco dei paesi dell’Europa e dialoga con le sue istituzioni e da tempo stiamo stimolando l’Unione Europea a compiere i passi che sono stati peraltro già ben disegnati dal rapporto Draghi sulla competitività europea. La tecnologia al suo interno è un fattore cruciale perché è intrecciata saldamente a tutte le altre sfide e opportunità che ci aspettano. L’Europa deve continuare a indirizzare lo sviluppo tecnologico e a creare quadri regolatori che però rimuovano gli ostacoli alla competizione, semplifichino l’aspetto normativo, creare meccanismi che ad esempio leghino le licenze per lo spettro e l’espansione delle reti. La ricetta la abbiamo, scritta bene e ampiamente: è il momento di attuarla.
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