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Montagna, il ‘modello Fiemme’ fa squadra: sostenibilità al centro per imprese e turismo

24 Settembre 2023

Roma, 24 set. (Adnkronos/Labitalia) – Fare squadra per lo sviluppo del territorio, il rispetto dell’ambiente, il benessere delle persone. E per far sì che una piccola valle di montagna, anziché spopolarsi, diventi polo attrattivo e destinazione per quattro stagioni. E’ il modello Val di Fiemme, una valle dolomitica del Trentino che, oltre al turismo, offre l’opportunità alle proprie aziende di crescere e affermarsi sul mercato, e alle persone che vi abitano e soggiornano di beneficiare di un benessere diffuso. Un modello saldamente ancorato alle radici e all’identità del territorio, alla sua storia e alla sua cultura, custodita dalla ‘Magnifica Comunità di Fiemme’, istituzione che da secoli tutela il patrimonio di questa vallata e la sua gente, e al contempo fondamenta su cui immaginare e progettare il proprio futuro, all’insegna della qualità e della sostenibilità.

Ed è grazie alla voglia di avere un impatto positivo sulla propria comunità che recentemente è nata la Fondazione FiemmePer, realtà che prende il via da un’iniziativa di soggetti privati e collettivi che hanno sede e attività in Val di Fiemme, in un’ottica di cooperazione volta a contribuire al benessere, alla qualità della vita e all’attrattività dell’area in cui sono insediate. Obiettivo della Fondazione è quello di dialogare e collaborare con le istituzioni pubbliche, l’università, la scuola, gli istituti di ricerca, al fine di rafforzare una logica di sistema, grazie alla condivisione dei saperi con altre realtà che lavorano sul piano dell’intraprendenza di comunità, in particolare in montagna.

Il raggiungimento di tali obiettivi è possibile proprio grazie a tavoli di lavoro composti da giovani della valle, aziende, professionisti, enti, associazioni e cittadini che hanno già avviato attività legate al tema dell’abitare, della transizione ecologica e al tema dell’energia (su tutte lo studio e la creazione di una Comunità Energetica Rinnovabile-Cer) così come attività legate alla formazione sui temi della sostenibilità.

Come ha affermato Mauro Gilmozzi, presidente della Fondazione FiemmePer e scario della ‘Magnifica Comunità di Fiemme’, “FiemmePer è una infrastruttura sociale voluta da imprese private che intendono, attraverso questa Fondazione, aiutare il territorio a cogliere quelle sfide che ormai governano un po’ tutti noi: transizione ecologica e sociale e problemi di governance”. “Pensiamo, infatti, che anche le imprese – ha continuato – possono essere parte attrice delle politiche di sviluppo, sapendo che queste imprese a monte hanno già realizzato con grande impegno tutti gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento, di trattamento corretto del personale, di rispetto dei criteri Esg. E che oggi vogliono fare un qualcosa in più occupandosi anche di altre tematiche”.

“Ci stiamo occupando, quindi, dell’abitare, della mobilità, di energia e ambiente. Oltre a questo, cerchiamo di dare una mano anche ai giovani a mettersi in gioco dentro questa comunità, per cui abbiamo impostato degli spazi di coworking e degli hub in cui ci si confronta e si fa formazione, e poi una academy rivolta anche ai dipendenti. Insomma, vogliamo crescere e fare in modo che in futuro sia possibile anche mantenere queste imprese in una piccola valle di montagna come la nostra. Altrimenti il vero rischio è che tutto vada via, perché diventa difficile restare se non siamo capaci di garantire lavoro e qualità della vita, e la Fondazione in questo aiuta”, ha sottolineato.

Un gioco di squadra che ha il suo impatto anche dal punto di vista turistico, coinvolgendo anche l’Apt Fiemme Cembra, come ha spiegato il suo presidente, Paolo Gilmozzi: “La sinergia e il fare rete fa sì che anche l’ospite possa voler venire a vivere insieme a noi la sua esperienza di vacanza, non solo legata alla canonicità di qualche giorno di montagna, ma riuscire ad essere con noi per la quadristagionalità completa, che noi stiamo proponendo perché la nostra Val di Fiemme è una valle che vive 365 giorni all’anno”. Del resto, oltre agli sport alpini, la Val di Fiemme – che vanta pure una ricca offerta enogastronomica, tra cui il ristorante stellato El Molin dello chef Alessandro Gilmozzi – offre infinite possibilità: “Abbiamo innumerevoli esperienze da offrire, tutto l’anno, dalle degustazioni in cantina nella vicina Val di Cembra all’alba in vetta con il coro alpino, alla passaggiata nel famoso Bosco che suona, là dove crescono gli alberi da cui si ricava il legno per costruire i violini, la Strada dei formaggi, e poi musei e mercati, manifestazioni ed eventi tutto l’anno”, ha detto il direttore dell’Apt, Giancarlo Cescatti.

Un messaggio rilanciato nei giorni scorsi in occasione del ‘Dolomites Well-Being Summit’, che si è svolto nell’ambito del World Wellness Weekend 2023, dove le aziende locali hanno raccontato le loro storie di successo ed esperti si sono confrontati sul tema del benessere psicofisico come stile di vita. Sul palco del Palafiemme di Cavalese, hanno aperto i lavori Fulvio Rossi, senior expert di Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), e Domenico Sturabotti, direttore di Symbola Fondazione per le qualità italiane. Il primo ha esordito ricordando le sfide dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030.

“Tutti siamo chiamati – ha sottolineato Rossi – a concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Guardando agli indicatori, il quadro non è esaltante. Su alcuni obiettivi siamo progrediti, su altri siamo stabili, mentre su altri ancora siamo regrediti. Il problema è che gli obiettivi si parlano l’uno con l’altro e diventa così difficile riuscire a sviluppare politiche comuni. Soprattutto dopo il Covid, si sta imponendo la necessità di una ripresa e l’Europa è nella condizione di rispondere in maniera adeguata. La risposta necessaria è l’aumento della consapevolezza a tutti i livelli e la promozione di una cultura condivisa su questi temi”.

Di impresa che trae energia dal territorio ha parlato Sturabotti: “Dobbiamo mettere insieme la specificità del fare impresa e fare sintesi tra fattori di sviluppo, così da impiegare bene risorse umane e finanziarie. Le imprese italiane hanno sviluppato una propria via alla sostenibilità, investendo sulla bellezza e la qualità, perché la sostenibilità è un modo di vedere e pensare, anche in maniera originale, le cose”.

Il Summit ha ripreso il tema del radicamento nella tavola rotonda, condotta dalla giornalista Maria Concetta Mattei, e che ha visto protagonisti i manager a capo delle quattro aziende che hanno messo e mantenuto radici profonde in val di Fiemme. Aziende – come ha evidenziato Mattei – che hanno fatto di questi valori la colonna portante del loro successo: Starpool, leader mondiale nel mondo del wellness; La Sportiva, che si è conquista la leadership nel mercato internazionale delle calzature e nell’abbigliamento outdoor, in particolare arrampicata e alpinismo; Pastificio Felicetti, eccellenza del food che ha saputo andare incontro alle richieste dei consumatori più esigenti e dei professionisti della ristorazione; Fiemme Tremila, realtà che da 30 anni produce pavimenti e arredi in legno, secondo rigorosi criteri improntati alla biocompatibilità e salubrità.

Giulia Delladio, direttore marketing La Sportiva, unica imprenditrice donna (e la più giovane) a calcare il palco, ha parlato del senso di fare impresa, toccando temi quali inclusione e responsabilità sociale: “Abbiamo bisogno di talenti per garantire il futuro alle nostre aziende. La nostra impresa esporta oltre l’80% della produzione in 80 Paesi. In val di Fiemme, continuiamo a produrre le calzature più importanti per qualità e mercato. In azienda respiriamo senso di appartenenza e identità territoriale e siamo felici quando, girando il mondo, troviamo i prodotti delle altre aziende della val di Fiemme”.

Il successo della Sportiva ha radici profonde, cinque generazioni di imprenditori e di persone in azienda: “Stiamo lavorando anche – ha proseguito – con altre aziende per dare delle risposte a coloro che scelgono di lavorare in val di Fiemme, in termini di servizi diffusi per la famiglia, l’educazione dei figli, la salute. La qualità e l’attrattività di un territorio passano innanzitutto attraverso questi bisogni, che prescindono dall’aspetto professionale. L’attenzione verso le persone ci spinge anche ad occuparci in maniera responsabile dei nostri clienti e dei nostri dipendenti. Se metti la persona al centro del tuo business, temi quali la sostenibilità entrano in automatico nella tua agenda”.

Riccardo Felicetti, amministratore delegato Pastificio Felicetti, ha insistito sul modello aziendale basato anche sulle risorse umane e l’attenzione alla loro crescita: “Il dipendente che entra in produzione segue un anno di apprendistato, durante il quale trasferiamo il valore della qualità, l’attenzione verso gli elementi fondamentali, quali grano, acqua e aria. Il motivo di questo investimento è semplice: loro mettono le mani nel vostro cibo”.

Sul tema della sostenibilità, Felicetti ha ricordato gli albori dell’azienda, quando la sostenibilità non era una scelta ma una necessità: “In ballo c’era la sussistenza di una valle laterale dell’Adige. Al pari della fermentazione o l’affumicatura, l’essiccazione era la soluzione per la conservazione del cibo, quindi la pasta era cruciale. Oggi continuiamo in maniera attenta e rispettosa la tradizione della nostra famiglia: facciamo attenzione al territorio dove si coltiva il grano, sapendo che qui in Trentino abbiamo gli altri due elementi, l’acqua e l’aria, pure delle Dolomiti, che servono ai nostri mastri pastai per compiere la magia”.

Il benessere è tornato anche nelle parole di Riccardo Turri, amministratore delegato Starpool: “Le nostre saune e le nostre soluzioni hanno alla base il concetto di sviluppo armonico. Da sempre siamo abituati a misurare l’impatto dei nostri prodotti sul corpo delle persone. Il loro benessere viene priva del design, della tecnologia e dell’innovazione. Questo approccio ci ha permesso di sviluppare soluzioni inedite perché il linguaggio del corpo, e i dati che quotidianamente misuriamo, ci forniscono spunti e idee. Dall’approccio di sauna familiare siamo passati negli anni a sviluppare sistemi per lo sport agonistico e il benessere aziendale. Considero un privilegio poter lavorare su una frontiera, quali sono il corpo e la psiche umani. Giorno dopo giorno, ti rendi conto che non puoi prescindere da temi quali la sostenibilità, l’attenzione verso la qualità dei materiali e l’innovazione a beneficio dello stato delle persone”.

Il benessere è alle radici della storia e dello sviluppo di Fiemme Tremila. “L’abitare sano – ha detto il suo amministratore delegato, Marco Felicetti – è da 30 anni al centro del processo produttivo che dà vita a pavimenti non solo privi di sostanze nocive, ma addirittura capaci di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti interni, perché liberano composti organici volatili benefici come quelli che si respirano in un bosco incontaminato. Qualità fondamentali per uno stile di vita sano in una società che trascorre il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi (case, luoghi di lavoro, spazi collettivi), dove l’inquinamento indoor arriva a essere fino a 5 volte maggiore di quello esterno. Benessere ambientale e anche sociale. In Fiemme Tremila – ha aggiunto Marco Felicetti – il fotovoltaico copre l’80% del fabbisogno energetico, mentre il collegamento con il teleriscaldamento evita l’uso di combustibili fossili, così come abbiamo finanziato l’acquisto di e-bike destinate agli spostamenti casa-lavoro dei nostri dipendenti”.

Con gli imprenditori si è misurato lo stesso presidente della Fondazione FiemmePer: “Le sfide che abbiamo di fronte – ha ribadito Mauro Gilmozzi – possiamo vincerle se collaboriamo. Il legame tra territorio, aziende e comunità locali porta con sé il valore aggiunto in termini sociali, economici, di opportunità ma anche di sfide. La Fondazione è il territorio stesso, il nostro radicamento si ritrova nella forma finale del prodotto, ma risiede nell’approccio con cui un’intera comunità di imprenditori, professionisti e persone affrontano il proprio futuro. Ciò significa prestare attenzione all’impatto sociale dell’azienda sul territorio, fissare standard di eccellenza sostenibili, e soprattutto porre sempre al primo posto la comunità e il benessere collettivo”.

“La Fondazione – ha concluso – nasce proprio per sviluppare il tessuto economico della valle e restituire alla valle stessa i benefici dello sviluppo economico, minimizzando e compensando l’utilizzo delle risorse energetiche per garantire la longevità sostenibile dei modelli economici e sociali in questo equilibrio delicato fatto di ambiente e comunità”.

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