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Pagamenti digitali, entro il 2025 saranno il 50% del totale

11 Febbraio 2022

Roma, 11 feb. (Adnkronos/Labitalia) – In Italia entro il 2025 i pagamenti digitali saranno il 50% del totale. È quanto emerge dal report EY Digital Payments. La transizione verso la cosidetta “cashless society” sta accelerando parallelamente all’introduzione delle tecnologie di pagamento di ultima generazione: smartphone, wearable device, Pos, infrastrutture blockchain. Un ampio paniere di strumenti diversi che stanno sostituendo l’uso dei contanti e dei metodi di pagamento tradizionali. Questo nuovo corso coinvolge direttamente anche le Istituzioni governative mondiali, che stanno conducendo sperimentazioni avanzate sulla digitalizzazioni delle monete nazionali. In tal senso la Bce nel 2023 presenterà i risultati di un’investigazione sulla fattibilità dell’euro digitale.

A che punto siamo in Italia a livello di pagamenti digitali? Il sondaggio EY Digital Payments e il dibattito con alcuni dei protagonisti dell’ecosistema dei pagamenti hanno dato un quadro generale della situazione attuale, oltre a fornire interessanti indicazioni per il futuro. Secondo quanto emerso nel sondaggio EY Digital Payments nel 2025 il 50% dei pagamenti nel nostro Paese sarà effettuato senza l’uso del contante. Un altro dato indicativo di una svolta digitale è che il 70% degli intervistati prevede che la metà dei pagamenti avverrà per via digitale.

I servizi maggiormente trainanti di questa transizione sono tre: “buy now, pay later” indicato dal 54% del campione, seguiti da blockchain e super app, citati dal 39% degli interpellati. Il mercato dei pagamenti digitali presenta anche delle criticità per i player del settore principalmente indicati nella compliance normativa (60%), nell’elevata competizione (59%), oltre ai temi riguardo la corretta rilevazione di frodi e riciclaggio indicati rispettivamente dal 36% e al 25% degli operatori del settore intervistati.

Uno dei temi cruciali emersi dal sondaggio riguarda la collaborazione con player tecnologici e realtà fintech innovative che viene indicata come vantaggio strategico da ben l’80% del campione, in quanto fattore in grado di abilitare modelli di business innovativi. Al secondo posto tra i plus viene indicata dal 50% degli intervistati la possibilità di poter ampliare la propria offerta e personalizzarla, grazie all’uso dei dati derivanti dalle transazioni effettuate. Tra gli strumenti di pagamento digitali invece il sistema delle criptovalute è nel nostro Paese ancora poco diffuso, nonostante l’incremento di soluzioni finanziarie e transizioni basate sulla tecnologia blockchain.

Nel complesso il 60% ritiene che i pagamenti in criptovalute non avranno un’accelerata entro il 2025 specie per mancanza di conoscenza di tale strumento e ritardo tecnologico per gestire grandi transizioni. Negli ultimi due anni abbiamo assistito all’accelerazione del digitale nel mondo dei pagamenti anche a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia che hanno cambiato le nostre abitudini. Ma nonostante la spinta verso le soluzioni cashless e la volontà delle pmi di abilitarsi alla tecnologia, il nostro Paese appare ancora legato ai metodi di pagamento più tradizionali. A livello di operatori finanziari, diverse realtà stanno offrendo nuove soluzioni personalizzate e beyond payments che vanno oltre il servizio finanziario in senso stretto, sfruttando l’enorme mole di dati acquisiti dalle transizioni effettuate ogni giorno.

Il concetto di Data society è stato sottolineato da più parti nel corso del dibattito organizzato da EY con i player del settore. In particolare Gabriele Benedetto, ceo Telepass, ha parlato dell’importanza dell’usabilità dei dati per mettere a punto i nuovi servizi sempre più abilitati da tecnologie innovative come la blockchain. La grande sfida per gli operatori del settore è quella di riuscire a trovare il giusto equlibrio tra sicurezza e privacy da un lato ed esperienza di pagamento semplice e trasparente dall’altro.

Per i player del settore può diventare strategico il ruolo delle partnership con Fintech e operatori finanziari tradizionali. “Stiamo assistendo alla nascita di nuovi modelli di collaborazione in una sorta di passaggio dalla competition alla coopetion”, ha affermato Giovanni Speranza, vice president Cards Acquisition Insurance, American Express Italia, parlando dei nuovi modelli di partnership anche in una logica di industry convergence. Il settore infatti si sta clusterizzando con l’ingresso di player di altri comparti come trasporti, Energy Utilities, che hanno l’obiettivo di proporre ai loro clienti una diversificazione del business.

Secondo Laura Grassi, direttrice Osservatorio Fintech Insurtech del Politecnico di Milano: “La questione emergente dell’industry convergence sottolinea una certa attrattiva del comparto finanziario italiano. Questi nuovi modelli di collaborazione necessitano di crescita anche in un’ottica di rapporto tra innovazione e regolamentazione”. L’importanza di avere normative certe è indicata da più parti come fattore centrale per accelerare l’innovazione e incentivare gli investimenti.

Gli investimenti hanno un ruolo cruciale per sostenere nel tempo la crescita del settore e la creazione di valore, un aspetto sottolineato da Daniele Zini, Country Manager Italy Yapily: “Siamo di fronte ad un nuovo environment, l’open finance/open banking, costituito da piattaforme che in qualche modo potrebbero andare a disintermediare l’attività degli intermediari finanziari tradizionali, ponendo nuove basi per lo sviluppo di servizi integrati verso il cliente, con la logica di offrire una migliore customer experience”.

Il tema della customer experience è stato ripreso da Giacomo De Lorenzo, Head of parnter success Italy Klarna che ha sottolineato: “La customer experience abilitata da tecnologie permette di semplificare la modalità di fruizione del servizio da parte del consumatore finale”. Dunque, il ruolo delle nuove tecnologie appare prioritario nell’ottimizzare l’intera value chain sia in ottica B2C che B2B.

Conclude Andrea Ferretti, Markets Business Development Leader per i Financial Services di EY in Italia: “In un sistema economico e produttivo in cui le tecnologie necessarie ad abilitare i servizi digitali sono già una realtà, gli investitori stanno guardando con maggiore attenzione ai payments. Infatti, la raccolta di fondi per singola startup è in aumento e le istituzioni italiane ed europee stanno già rivedendo le regolamentazioni al fine di agevolare questo processo di finanziamento per la nascita e lo sviluppo di nuove aziende. In tale contesto, i player tradizionali e consolidati oltre a focalizzarsi sulla trasformazione tecnologica, dovranno rivedere i propri modelli di business e semplificare i propri processi per favorire la collaborazione con tali realtà più dinamiche ed innovative e cogliere in modo tempestivo le opportunità di un mercato in continua evoluzione”.

Il futuro dell’ecosistema dei pagamenti

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