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Pnrr: Arleo (Competere.eu), ‘sì armonizzazione disciplina incentivi e nascita codice’

19 Aprile 2023

Roma, 19 apr. (Labitalia) – “L’armonizzazione della disciplina degli incentivi alle imprese e la nascita di un codice degli incentivi sono fondamentali per in nostro sistema economico. Oggi le lacune nel sistema degli incentivi sono visibili nella gestione dei fondi del Pnrr, grande occasione per le nostre imprese, ma che indubbiamente risente dei difetti procedurali visti in passato nella gestione dei fondi europei e che spesso ha portato il nostro Paese ad infrazioni e sanzioni, oltre che restituzione delle risorse”. Lo dichiara al’Adnkronos/Labitalia Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation Eu del think tank Competere.eu, autore della Guida agli incentivi de Il Sole 24 ore e membro della task force Finanza del B20, il business forum del G20, nel commentare la riforma delega del Governo che ha l’obiettivo di creare una armonizzazione della disciplina degli incentivi.

“Accanto alla razionalizzazione degli incentivi – spiega – la riforma delega ha l’obiettivo di creare una armonizzazione della disciplina degli incentivi, definendola appunto ‘codice degli incentivi’ andando incontro ad una effettiva necessità di modifica del settore delle agevolazioni alle imprese, strategico per la crescita del tessuto imprenditoriale oltre che sociale del nostro Paese ma che spesso in passato ha lasciato molte ‘falle’ non riuscendo appieno ad esaudire il ruolo affidatogli”. Per Arleo “è quindi necessario avere una visione in tema di incentivi e la stessa è percorribile solo attraverso una codificazione di una serie di incentivi e procedure troppo spesso in passato lasciati al caso e normati in maniera non uniforme creando difficoltà e lentezza di attuazione da parte degli enti preposti oltre che disorientamento e diffidenza da parte delle imprese, portandole il più delle volte a percepire una difficoltà anziché una opportunità reale di crescita”.

“Nel percorso legislativo – sottolinea – un ruolo chiave lo avranno nelle consultazioni gli enti terzi, a partire da Anfir, con le varie finanziarie regionali, con un ruolo ancora più ampio, coinvolgendo le stesse anche sui fondi del Pnrr, unitamente al mondo delle Università e delle libere professioni a partire dai dottori commercialisti fino ai grandi gruppi di consulenza multinazionali come EY, Deloitte, PwC e KPMG, quello delle banche sia come le grandi realtà come Intesa Sanpaolo, UniCredit e Mediobanca che con le piccole banche dei territori come quelle del sistema Gruppo BCC Iccrea. Con il Disegno di legge A.S. n. 571 il Governo entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge adotta uno o più decreti legislativi per la definizione di un quadro organico per l’attivazione del sostegno pubblico mediante incentivi alle imprese”. “Secondo l’articolo 3 – osserva – i decreti legislativi sono adottati su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e il Ministro per le disabilità, nonché di concerto con gli altri Ministri eventualmente competenti nelle materie oggetto dei medesimi decreti, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le A.S. n. 571 Articolo 3 27 province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 281 del 1997”.

“Se da un primo punto di vista – fa notare Arleo – la razionalizzazione verrà effettuata tramite delle ‘linee guida’ che sono disciplinate dall’articolo 4 della delega al Governo. e sono basate su criteri come la ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, la concentrazione dell’offerta di incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico e la programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna amministrazione competente per un congruo periodo temporale”.

“La ricognizione e la sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti – avverte – avverrà in base a parametri quali il ciclo di vita delle imprese, la complessità e la dimensione dei progetti e gli obiettivi finali di carattere sociale piuttosto che lo sviluppo economico del territorio nazionale o del Mezzogiorno, la copertura di ambiti strategici tra cui imprese femminili transizione ecologica efficientamento energetico, made in Italy ecc e infine in base alle forme di incentivazione. La concentrazione dell’offerta di incentivi,sarà diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico attraverso una selezione delle misure più idonee a rappresentare uno standard tipologico tenuto conto anche delle presenti e future potenzialità oltre al riordino della disciplina legislativa”.

“La creazione del ‘codice degli incentivi’ – spiega sarà basata su due linee guida dirette alla semplificazione delle procedure della gestione, sia in fase di emissione dei bandi che di rendicontazione, al fine di una migliore gestione delle risorse. Da un lato si punta alla ridefinizione dei principi comuni che regolano i procedimenti amministrativi degli incentivi alle imprese anche tenendo conto di quelli ricavabili dai modelli agevolativi derivanti dal percorso di razionalizzazione sopra detto. Dall’altro si punta alla standardizzazione della strumentazione tecnica funzionale”.

“Un ruolo fondamentale – afferma – sarà riservato alla digitalizzazione a partire dal Registro nazionale degli aiuti di Stato e dalla piattaforma incentivi.gov da un lato rafforzando il ruolo di comunicazione da parte del Registro e dell’altro semplificando gli adempimenti da parte delle imprese beneficiarie. Il codice degli incentivi dovrà definire quindi i contenuti minimi dei bandi, delle direttive e dei provvedimenti di incentivi alle imprese oltre ai motivi di esclusione, l’individuazione delle base giuridica di riferimento, le procedure di accesso e mantenimento delle agevolazioni, l’individuazione degli oneri a carico delle imprese beneficiarie e infine la disciplina di cumulo delle agevolazioni secondo la normativa europea”.

“Sarà poi obiettivo del codice – dice – avere una sostanziale revisione dei procedimenti amministrativi inerenti la fase di concessione ed erogazione dei fondi alle imprese agendo sulla semplificazione delle procedure spettanti ai beneficiari ma anche agli enti erogatori, come ad esempio previsto dall’art. 7 con la stipula di protocolli per il rilascio accelerato delle certificazioni attestanti i requisiti (anche fiscali) per l’accesso agli incentivi e di protocolli operativi per l’accelerazione, in via sperimentale, delle procedure di rilascio del documento unico di regolarità contributiva – Durc e della documentazione antimafia. Sarà decisivo, nella revisione del D. Lgs. 123/98, un coordinamento con le soluzioni adottate dall’Ue a garanzia della corretta allocazione dei fondi. Nella fattispecie l’obiettivo è di agire sulla riduzione e semplificazione degli oneri amministrativi a carico delle imprese beneficiarie, il contenimento dei tempi delle attività istruttorie di concessione ed erogazione dei fondi, l’armonizzazione e la semplificazione quindi delle procedure di controllo delle imprese beneficiarie, oltre alla valorizzazione di piattaforme comuni, regolazione delle convenzioni con enti terzi ed alla disciplina uniforme di strumenti quali soccorso istruttorio ed autotutela nelle procedure”.

“Oltre ciò – sostiene Arleo – altri obiettivi prefissati dal codice saranno il rafforzamento dell’attività di valutazione ex ante e post dell’efficacia degli incentivi, il rafforzamento di soluzioni tecnologiche dirette a facilitare la conoscenza degli strumenti agevolativi, la conformità della normativa nazionale con quella europea, la premialità per le imprese che assumono persone con disabilità e che valorizzino il lavoro femminile e la natalità ed infine, assicurare natura privilegiata ai crediti derivanti dalla revoca dei finanziamenti alle imprese”.

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