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Pnrr, Cuzzilla (Cida): “Entro agosto governo proponga revisioni, poi tornare a correre”

5 Luglio 2023

Roma, 5 lug. (Adnkronos/Labitalia) – “Il Pnrr è una leva di investimenti importanti, unica dal Dopoguerra. Per questo è fondamentale che il Governo proponga le revisioni al Piano entro agosto e che, dal giorno successivo, si torni a correre”. Lo ha detto Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, nel corso del suo intervento all’assemblea nazionale della Confederazione.

“Il Pnrr è un punto decisivo e molto critico -ha spiegato- per pericolo di ritardi o polverizzazione dei progetti. Nel settore pubblico questa preoccupazione è maggiormente percepita ma si tratta di una sfida che non può essere vinta senza una collaborazione trasversale tra centro e territori, tra pubblica amministrazione e mondo privato”.

“Abbiamo solo un obiettivo – continua- , ed è un obiettivo di tutti: lavorare insieme per realizzare il cambiamento profondo che il Paese si merita. Con responsabilità, trasparenza, affidabilità. E con competenza. Dalla prima ora abbiamo detto che è necessario un piano di reclutamento e un budget di spesa per assumere e formare personale qualificato, altrimenti le professionalità non arrivano”. “I prezzi dell’energia stanno calando grazie all’azione comune, ma sono ancora poco sostenibili per il sistema impresa e per le famiglie. Anche le strozzature nell’approvvigionamento energetico sono in parte state risolte, il mercato del lavoro sta reagendo. I segnali incoraggianti riguardano anche il nostro Paese, che sembra più resiliente del previsto. La stima del +1,2% del Pil per il 2023 che ha accertato la Commissione europea è un dato che testimonia la nostra capacità di reazione”.

“Dobbiamo però essere onesti -ha sottolineato Cuzzilla- e chiederci cos’è che traina il nostro Pil. Noi dobbiamo puntare su produzioni ad alto valore aggiunto, dobbiamo puntare a produzioni innovative, ad aggiudicarci un primato nelle innovazioni che sono destinate a dominare i mercati nel prossimo futuro”, ha rimarcato.

Cuzzilla ha evidenziato che “non possiamo accontentarci del record di visitatori che scelgono la Penisola come meta per le vacanze, oltre il 42% in più rispetto al 2022, senza chiederci che tipo di turismo promuoviamo: noi vogliamo imprese turistiche digitalizzate, organizzate, capaci di creare indotto nei territori e occupazione di qualità. Un turismo, insomma, che sia potenziato con una gestione manageriale capace di guardare alle enormi potenzialità che abbiamo. Ci preoccupa molto che la Germania sia in recessione, perché sappiamo quanto la nostra manifattura sia collegata all’andamento dell’economia dei nostri vicini di casa. E ci preoccupa anche che la maggior parte dei nostri sforzi sia diretta a difendere le nostre imprese da attacchi predatori di multinazionali straniere, mentre in troppi pochi casi siamo noi ad attaccare”.

“Servono competenze dei manager capaci di affrontare e gestire la doppia transizione ecologica e digitale nei processi aziendali. Il mondo dell’industria e del terziario è chiamato ad affrontare una sfida gigantesca. La transizione green non è mai a costo zero e va accompagnata in modo che sia davvero sostenibile per il sistema economico italiano. Con le nuove tecnologie, poi, i paradigmi stanno cambiando molto velocemente e chi non è altrettanto veloce è destinato a non sopravvivere”.

“Il modello di impresa italiana -ha spiegato Cuzzilla- è costituito da due difetti congeniti: imprese troppo piccole in dimensione e troppo familiari, prive o quasi di management esterno alla proprietà. Ma i difetti di nascita, avanzando l’età, si affrontano e si curano. Ad esempio, si può, come è stato fatto, istituire un Fondo strategico nazionale del made in Italy con 1 miliardo di euro destinato proprio a sostenere la crescita delle filiere”, ha aggiunto.

“Oppure, altro esempio, intervenire -ha aggiunto- per non perdere la produzione che vantiamo nel settore automotive, che quest’anno è scesa sotto la soglia delle 500mila auto, pari soltanto a un terzo di quelle vendute nel Paese. Oppure, ancora, si può andare in continuità con misure che in passato avevano funzionato e riproporle. Penso al voucher per le consulenze in innovazione che è a disposizione delle Pmi e delle reti di impresa che vogliono assumere figure esperte in trasformazione digitale. Attenzione però: rispetto al passato, è importante che in questa edizione del voucher le imprese si dotino di vere competenze manageriali, non di consulenze improvvisate che poco hanno a che fare con la complessità della trasformazione richiesta”.

“Non solo l’Italia cammina a più velocità, ma rischia – continua ancora- di pagare un prezzo altissimo a causa dei divari territoriali. Anni, decenni di ritardi hanno determinato la fuga di capitali e di persone dal Sud, ed ora è complicato quanto necessario invertire la rotta. Per consegnare alle nuove generazioni un Paese rinnovato e competitivo noi abbiamo bisogno di costruire un modello di sviluppo economico, sociale, e ambientale che, da Nord a Sud, sia pieno e condiviso. Abbiamo bisogno di attivare le migliori competenze di cui disponiamo, competenze che in Cida ci sono e che sono disponibili per aiutare il Paese a crescere”.

“Nel reclutamento della dirigenza pubblica – sottolinea- è fondamentale l’introduzione di elevate professionalità nella Pa, non solo di dirigenti pubblici ma anche di manager privati. Oggi, invece, la normativa prevede profili retributivi assolutamente inadeguati a intercettare le migliori risorse professionali potenzialmente reperibili sul mercato del lavoro nazionale. Nel percorso di introduzione di alte professionalità nella Pa, non si può estromettere il mondo della scuola, rappresenterebbe una grave ingiustizia nei confronti del personale, che subirebbe infatti un trattamento diverso rispetto agli altri settori pubblici”. “Anche il privato ha bisogno di virare rapidamente verso un ripensamento dell’importanza dell’investimento in risorse umane”.

“Ringraziamo il ministro Urso per essere venuto. Noi guardiamo i fatti e i fatti sono che ci stanno chiamando ai tavoli di confronto, e che torniamo a parlare di politica industriale”. Così Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, dopo l’intervento del ministro Urso all’assemblea della Confederazione. ha concluso Cuzzilla

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