Pnrr: Fisascat, governo investa su qualità lavoro in settori terziario ad alta densità femminile
Roma, 23 giu. (Labitalia) – “Un investimento mirato del governo sulla qualità del lavoro nei settori del terziario di mercato ad alta densità di occupazione femminile, che ormai da tempo alleviano quelle carenze strutturali che affliggono il nostro mercato del lavoro, è precondizione necessaria per la buona riuscita del Pnrr. Se si vuole intervenire in maniera seria sull’occupazione femminile è necessario un intervento di ampio respiro che consenta all’intero sistema socioeconomico di compiere un balzo in avanti, permettendo alle lavoratrici una maggior mobilità orizzontale, tra settori, e verticale, negli organigrammi aziendali”. E’ il monito lanciato dal segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, nell’intervento conclusivo dei lavori del seminario promosso a Roma dalla federazione sul tema ‘Pnrr – Donne. Opportunità e buona occupazione’ riservato alle dirigenti sindacali delle strutture del Centro-Sud Italia.
“Il tema di genere è strategico per la Fisascat Cisl, un’organizzazione sindacale che si declina al femminile, con oltre 260mila iscritte al sindacato, per un peso specifico che supera il 60% dell’intera platea di lavoratrici e lavoratori associati”, ha aggiunto.
“Il dato associativo è la naturale conseguenza del fatto che la maggioranza dei settori del terziario di mercato sono quelli che registrano i più elevati tassi di attività femminile: nel commercio le lavoratrici costituiscono il 41% degli occupati, seppure sia interessante notare come si giunga al 51% se si tiene in considerazione il solo commercio al dettaglio; nel turismo il dato medio si attesta al 53%, con il picco del 73% in relazione al segmento delle agenzie di viaggio; nel variegato mondo dei servizi, la presenza femminile è protagonista se si pensa a settori come pulimento e multiservizi, socioassistenziale, studi professionali, per arrivare al lavoro domestico dove il tasso si attesta all’85%”, ha detto.
“Siamo convinti che senza buona contrattazione – ha sottolineato il sindacalista – l’obiettivo fissato dal governo di pervenire al raggiungimento della fatidica soglia del 60% di occupazione femminile entro il 2026 sia destinato a non essere raggiunto”. Guarini ha poi delineato le priorità contrattuali da inserire nei tavoli di confronto. A cominciare dal “rafforzamento del sostegno alla genitorialità e della disciplina dei congedi parentali, equiparando il più possibile quelli di paternità a quelli di maternità al fine di prevenire eventuali discriminazioni indirette che spesso penalizzano le donne ancor prima che diventino madri”.
Per il sindacalista, occorre anche “favorire l’utilizzo dello smart working, che consente a lavoratrici e lavoratori una più flessibile gestione dei tempi di vita e di lavoro” e “rafforzare il welfare contrattuale e bilaterale, prevedendo maggiori sostegni alla prima infanzia come i contributi per l’iscrizione dei figli al nido, che permetterebbero alle lavoratrici e ai lavoratori di non dover operare la scelta tra lavoro e carichi familiari”.
Prioritario, per Guarini, “lavorare sulla contrattazione di secondo livello per estendere ulteriormente queste prerogative, poiché la responsabilità sociale d’impresa non è soltanto uno slogan ma anche un dovere, dalla cui applicazione trovano spesso beneficio non solo le lavoratrici e i lavoratori ma anche le aziende stesse”. “Come Fisascat, consapevoli della rilevanza che le donne assumono per la nostra organizzazione – ha concluso – avvertiamo il peso di questa responsabilità e siamo pronti a collaborare con istituzioni a controparti per promuovere una nuova cultura del lavoro che sappia cogliere le opportunità che sono insite nell’occupazione femminile”.
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