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Salario minimo, Jannotti Pecci (Unind. Napoli): “In nostri contratti paga oraria già sopra 9 euro”

6 Giugno 2022

Roma, 6 giu. (Labitalia) – “La contrattazione deve continuare a essere la norma. Nell’ambito delle relazioni industriali si sono individuate in passato, e possono continuare a esserlo in futuro, forme di garanzia a tutela dei redditi dei lavoratori. Aggiungo che tutti i contratti firmati da Confindustria già oggi prevedono trattamenti retributivi superiori alla paga oraria di 9 euro, cui si fa riferimento per il salario minimo”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia sull’ipotesi di salario minimo in Italia, l’imprenditore di lungo corso e presidente dell’Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci.

E per Jannotti Pecci Il salario minimo “servirebbe solo a ingessare” il mercato del lavoro, “occorre invece utilizzare strumenti flessibili e ‘intelligenti’, capaci di coprire sia le esigenze della domanda che dell’offerta di lavoro, supportati da politiche che incentivino il consolidamento dei rapporti, anche attraverso la formazione continua”.

E pèr questi motivi secondo il leader degli industriali partenopei il salario minimo “assolutamente non” è la cura giusta per rilanciare consumi ed economia.

“Così come lo stesso reddito di cittadinanza, per come è attualmente configurato, sta diventando un ostacolo all’occupazione produttiva e trasparente. Sono in tanti a preferire di incassare il reddito e integrare con il lavoro nero. In tal modo non si pongono le basi di un’economia sana”, aggiunge ancora.

Comunque per Jannotti Pecci “l’unica strada percorribile è l’autonomia negoziale. Ma attenzione! Confindustria non trascura il problema degli effetti perversi di un’inflazione che sta riducendo il potere d’acquisto dei lavoratori. Abbiamo indicato una possibile soluzione: destinare 16 miliardi alla riduzione del cuneo fiscale. Non si dica che è impossibile. Se ne parla da decenni ma a impedire una drastica riduzione del cuneo finora è stata solo la volontà politica. Ha ragione il Presidente Bonomi: è risibile che per un obiettivo così strategico, su mille miliardi di spesa pubblica, non se ne rinvengano 16!”, conclude Jannotti Pecci.

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