Sanità: Adonp, in sciopero dirigenti sanitari non medici della Fond. Santa Lucia
Roma, 4 set. (Labitalia) – In mancanza di risposte chiare e risolutive al tavolo che si aprirà domani, giovedì 5 settembre presso il ministero dell’Impresa e del Made in Italy, i dirigenti sanitari non medici della Fondazione Santa Lucia il 12 settembre procederanno ad attivare una giornata di sciopero di 24 ore, sia per salvaguardare il futuro di un’eccellenza sanitaria e di ricerca – tanto italiana quanto internazionale – che svolge servizio pubblico, sia per difendere la professionalità dei dipendenti, i livelli occupazionali e la tenuta dei vigenti contratti di lavoro.
Adonp ha già formalizzato la proclamazione dello sciopero alle Istituzioni, all’Azienda e alla Regione Lazio, in seguito alla conclusione con esito negativo della procedura di conciliazione prevista ai sensi dell’art.2 comma 2 legge 146/90, espletata presso la Prefettura di Roma l’8 agosto. L’Associazione sindacale Adonp è fortemente convinta “che sia indispensabile un percorso di stretta collaborazione con tutte le Istituzioni affinché vengano preservate le caratteristiche di un’eccellenza riconosciuta nell’ambito sia della Ricerca, sia della Clinica. Il segretario nazionale, Stefano Chiavelli, il segretario regionale, Angelo Eugenio Potenza e le rsa, Patrizia Longone e Ivana Bureca, sostengono l’iniziativa di non svendere la Fondazione ed auspicano una soluzione di compartecipazione pubblico-privato no profit. A tal proposito, un apprezzamento va al Ministro dell’Impresa e del Made in Italy Adolfo Urso ed al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che stanno attivamente ricercando soluzioni immediate e concrete per la crisi aziendale, nonostante la posizione ancora distante della Proprietà della Fondazione”.
“La svendita della struttura – spiega – sarebbe una sconfitta per tutti, lavoratrici e lavoratori, coinvolti in una vicenda che non solo metterebbe a repentaglio i posti di lavoro, e quindi il destino di migliaia di persone, ma che getterebbe anche un’ombra di incertezza sulla tutela del diritto alla salute per tante cittadine e cittadini. Chiediamo con forza ai vertici dell’azienda di consentire alle Istituzioni di porre in atto le soluzioni proposte per una compartecipazione pubblico-privato no profit, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro, la qualità delle professioni e di mantenere il servizio sanitario finora offerto”.
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