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Startup: dal ‘Google’ per medici famiglia alla ‘rinascita’ del litio le idee da Digithon

11 Luglio 2022

Bisceglie (Bat), 9 lug. (Labitalia) – Il ‘Google’ per i medici di famiglia e le app per supportare la creazione di comunità energetiche. Ma anche soluzioni innovative per la ristorazione e mascherine ‘intelligenti’ Ffp2 ed FFp3 stampate in 3D ecosostenibile. Passando per una soluzione sostenibile per il riciclo delle batterie al litio. Sono alcune delle proposte innovative che arrivano dalle 100 startup in gara a Digithon, la maratona digitale fondata da Francesco Boccia e in corso a Bisceglie in Puglia.

Dalla sanità all’energia, passando per l’agricoltura lo sguardo degli inventors in gara, provenienti da tutta Italia, è rivolto al futuro e a come ‘orientare’ il digitale per individuare soluzioni innovative, anche per la vita quotidiana.

Come MedQuestio, un motore di ricerca che offre ai Medici di Medicina Generale contenuti scientifici immediati a supporto della visita. Un ‘google’ per medici di famiglia in pratica. “Sono un medico di famiglia e MedQuestio nasce dall’esigenza di fornire ai miei colleghi risposte rapide e immediate durante la visita a beneficio del paziente”, racconta ad Adnkronos/Labitalia Alberto Malva, co founder di Medquestio.

L’idea “si compone di una barra di ricerca, come un ‘google’ appunto, in cui il medico di famiglia può inserire delle domande per il quale riceve risposte immediate per prendere decisioni a beneficio del paziente. MedQuestio è l’unico strumento utilizzabile durante la visita perchè permette di dare risposte in pochi secondi”, spiega ancora ad Adnkronos/Labitalia Donato Acquaviva, co founder di MedQuestio che si occupa di tutta la parte tecnica e di sviluppo della piattaforma.

“A un mese dal lancio nella provincia Bat un medico di famiglia su 4 utilizza con soddisfazione Medquestio e stiamo ricevendo richieste di registrazione anche da altri territori su cu non abbiamo mai fatto comunicazione. Digithon è un’occasione non solo per incontrare investitori e realtà in ambito nazionale ma anche per espandere il nostro network e arricchirci di competenze”, conclude Malva.

Dai medici di famiglia al riciclo e alla sostenibilità ambientale con Arabat. “Arabat si occupa del riciclo di batterie al litio a fine vita -spiega Raffaele Nacchiero di Arabat- attraverso il riutilizzo degli scarti alimentari, proprio come le buccia d’arancia. Abbiamo sviluppato questa tecnologia attraverso il supporto dei nostri partner come l’univesità di Foggia”.

“La nostra tecnologia -prosegue- consiste in una tecnica idro-metallurgica innovativa, un trattamento chimico di liscivazione verde che utilizza un mix inedito al mondo basato sull’acido citrico, che è un acido organico debole, e le buccia d’arancia. Questo mix permette di trattare le batterie ed estrarre i metalli preziosi come litio, cobalto, nichel, manganese e altro che intendiamo reinserire nel mercato”. Una soluzione nuova e sostenibile per un mercato molto importante. “Nell’ambito del riciclo tutti hanno una soluzione impattante e ancora non c’è nessun riciclatore attivo. Un investitore canadese è interessato a supportarci per realizzare il nostro primo impianto industriale”, conclude Nacchiero.

E una soluzione per innovare nella vita di tutti i giorni arriva anche da a 6DOF Labs, la lampada smart pensata per il settore ristorazione, che agevola la comunicazione tra staff e clientela e supporta nell’offrire un servizio clienti eccellente tramite un’esperienza interattiva. “Questa è una lampada smart pensata ad hoc per il settore della ristorazione -spiega ad Adnkronos/Labitalia Alessandro Santoni della startup- e noi ci occupiamo di progettare, sviluppare, produrre ed integrare non solo il software, ma anche tutto cio che è hardware. Abbiamo il controllo di tutta la filiera di produzione in casa ed è tutto 100% made in Italy. E’ pensata per la ristorazione nel senso che riesce a fornire dei servizi proprio per mettere in comunicazione al meglio lo staff dei ristoranti e la clientela”.

“Sappiamo che al momento alcune interazioni sono un po’ deboli nel senso che il personale ma anche i clienti fanno fatica a richiedere attenzione piuttosto che a consultare e a chiedere il conto e noi vogliamo migliorare questo rapporto”, continua Pierluigi Visconti, altro componente della startup

E sul palco di Bisceglie c’è anche spazio per la mascherina intelligente di A3k.”Ha all’interno nanoparticelle di rame, rileva parametri vitali attraverso dei sensori e manda al cellulare attraverso un’applicazione di machine learning riesce a predire patologie vascolari e polmonari e distinguere una persona sana, una con una leggera influenza da un’altra che ha ‘incontrato’ il Covid-19″, spiega ad Adnkronos/Labitalia Davide Monte della startup.

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