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Turismo, Pareschi (Ass. parchi permanenti): “Agevolare accesso al credito per superare crisi”

20 Aprile 2022

Roma, 19 apr. (Labitalia) – “Il settore dei parchi permanenti è strettamente collegato al turismo. La prima emergenza è mettere tutte le imprese del settore nelle condizioni di poter tornare ad investire. Nel nostro modello di business, per rispettare le aspettative dei clienti, gli investimenti in innovazione sono una leva competitiva di vitale importanza: senza novità un parco si ferma, perde attrattività”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Luciano Pareschi, neo presidente Associazione parchi permanenti italiani.

“Fino al 2019 – spiega – il settore investiva in media 100 milioni di euro all’anno a fronte di un giro d’affari di biglietteria di 450 milioni di euro. La crisi ha colpito severamente: tutti i parchi hanno perso in media il 75/80% nel 2020 e il 50% nel 2021. I più grandi hanno alle spalle fondi di investimento internazionali o realtà finanziarie consolidate che possono fronteggiare la situazione, ma dobbiamo pensare anche alle imprese più piccole”.

“Dobbiamo agevolare – auspica – l’accesso al credito, approfittando delle opportunità disponibili, spesso sconosciute agli imprenditori o troppo complesse da cogliere senza il supporto di un’associazione di categoria. In Veneto, regione nella quale opero direttamente con Caribe Bay, stiamo già lavorando con l’appoggio del presidente Luca Zaia per consentire ai parchi permanenti di accedere ai bandi a rotazione di Veneto Sviluppo. Si tratta di uno strumento già ampiamente utilizzato da Federalberghi che permette di ottenere contributi a mutuo agevolato e a fondo perduto per gli investimenti in innovazione. L’obiettivo è definire un accordo pilota da replicare tale e quale o con gli adattamenti del caso nelle altre regioni. Si tratta di un’opportunità importante, dedicata solo agli associati, che ci permette di agevolare le imprese che credono nell’associazione e stimolare nuove adesioni”.

Per il presidente Pareschi “Il nodo cruciale del settore dei parchi permanenti è legato alla scarsa conoscenza che le istituzioni hanno del comparto e delle sue specificità, con particolare riferimento all’impegno economico richiesto e alla necessità di continui investimenti, che hanno una ricaduta positiva anche sull’indotto. A livello nazionale siamo spesso equiparati ad altre categorie, come gli spettacoli viaggianti, che, seppur apparentemente simili alle nostre realtà, si basano su logiche totalmente diverse”.

“Dobbiamo intensificare – dice – il lavoro iniziato durante l’ultimo biennio, puntando in particolare sull’impatto dei parchi nel territorio: oltre ad essere potenti attrattori di flussi turistici, generano un importante indotto economico, creano posti di lavoro e, non ultimo, contribuiscono al benessere sociale con la loro offerta di divertimento e intrattenimento”.

“In alcune regioni – ricorda – possiamo già contare sul supporto fattivo delle istituzioni locali, che hanno contezza sul campo del nostro valore: i nostri sforzi, ora, sono concentrati sulla considerazione della categoria su scala nazionale. Lo sviluppo di gruppi di acquisto interni all’associazione è uno dei punti all’ordine del giorno, sul quale lavoreremo nei prossimi mesi. Purtroppo, al momento i costi energetici sono troppo fluttuanti per agire subito in questo senso, ma ci sono altre importanti voci sulle quali possiamo già lavorare: marketing e assicurazioni, ad esempio. Questo è un momento molto delicato e mai come ora è necessario fare sistema, soprattutto in un settore come il nostro, che non ha alle spalle una lunga cultura associativa”.

“Allo studio – ricorda – ci sono anche interventi volti a promuovere una maggiore partecipazione dei soci all’attività dell’associazione, anche attraverso gli strumenti digitali”.

“Digitalizzeremo – afferma – buona parte delle attività associative anche attraverso l’utilizzo di nuove piattaforme per la gestione del lavoro che permettano di migliorare e semplificare la partecipazione dei soci ai processi decisionali e stimolare la collaborazione di tutti ai progetti dell’associazione”.

“L’Associazione parchi permanenti italiani aderente a Confindustria – sottolinea – rappresenta un comparto composto da circa 230 imprese in Italia tra parchi tematici, acquatici, faunistici e avventura. Il settore occupa circa 25.000 addetti e nel 2019 fatturava 450 milioni di euro a livello di sola biglietteria”.

“L’indotto – sottolinea – è molto importante: il valore complessivo è di 1 miliardo considerando le realtà commerciali interne ai parchi (negozi, ristoranti, merchandising, ecc..) e 2 miliardi con quelle esterne, come hotel e centri commerciali, per un totale di 60.000 addetti”.

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