Turismo, Santander sempre più attrattiva: diventa polo culturale con i nuovi musei in arrivo
Roma, 30 set. (Adnkronos/Labitalia) – Diventerà uno dei poli museali più interessanti di Spagna Santander, capoluogo della Cantabria, regione autonoma settentrionale che guarda all’Oceano. Città di re e di pescatori, con una travagliata storia millenaria che da insediamento romano l’ha portata a essere il più importante porto della Castiglia e poi località di vacanza prescelta dai reali ai fasti della Belle Epoque, Santander è nota per le sue spiagge bianchissime – su tutte quella del Sardinero – e per la sua baia annoverata tra le più belle del mondo, l’unica che in questa parte del paese è rivolta verso Sud. Ma anche per le sue architetture all’avanguardia e i suoi palazzi aristocratici, per i suoi spazi verdi e i suoi viali alberati, da cui passa anche il Cammino di Santiago.
Atmosfera signorile e tradizione marinara che si fondono rendendo la ‘sposa del mare’, come è popolarmente chiamata ricordando i versi di Jorge Sepulveda, un luogo dai mille contrasti. Una città in continua evoluzione, che più volte è rinata, come dopo il terribile incendio del 1941 che ha distrutto gran parte degli edifici. E che ora si prepara a un rilancio che vedrà sorgere, entro un anno, nuovi prestigiosi musei, che andranno a completare quell’‘anillo cultural’ che ruota attorno a uno spazio concentrato nel centro della città.
A Santander, infatti, avrà una seconda sede il Museo Reina Sofia di Madrid, l’unica fuori dalla Capitale. Le opere che approderanno nel capoluogo cantabrico non sono ancora state svelate ma saranno più di 3mila, focalizzate sull’arte del XX secolo in Europa, America Latina e Stati Uniti, e oltre 120mila documenti. Inoltre, ospiterà l’Archivio Lafuente, una vasta collezione donata dalla famiglia dell’industriale José María Lafuente, originario di qui. Il nuovo museo (Centro asociado del Reina Sofía – Archivo Lafuente) sarà allestito nel palazzo che fu del Banco de España, di proprietà del governo regionale, dove fervono i lavori che stanno completamente trasformando lo stabile, in cui un ruolo importante avrà la luce grazie alle ampie vetrate affacciate nell’ideale agorà centrale.
Ma c’è un secondo progetto culturale ‘in progress’ che vedrà la luce anch’esso entro l’inizio del 2027: Faro Santander. A promuoverlo il Banco Santander, vera e propria ‘colonna’ della città creata nel 1857, tra gli istituti finanziari più importanti del mondo e che ovunque è ‘ambasciatrice’ del nome del capoluogo cantabrico. La banca vanta una collezione d’arte messa insieme in oltre 160 di storia, grazie a investimenti e acquisizioni, che include pezzi dalla preistoria ai giorni nostri e che per la prima volta verrà esposta al pubblico in modo permanente.
Il nuovo museo sorgerà nel Palazzo Pereda, ex sede del Banco Santander, che nel frattempo ha spostato il suo headquarter in un altro prestigioso edificio antico del centro: attualmente in ristrutturazione, il Palazzo Pereda è affacciato sui giardini omonimi e a pochi passi da quella che sarà la filiale del Reina Sofia. Uno spazio disegnato dall’architetto David Chipperfield, che avrà, oltre alle sale espositive, anche un auditorium multifunzionale e un ambiente dedicato alla tecnologia. Focus di Faro Santander, infatti, saranno l’arte e appunto la tecnologia, con un accento su aspetti educativi, ambientali e sociali, destinato a diventare un nuovo luogo di incontro e di confronto.
Non a caso, i due nuovi musei sorgeranno in questa grande piazza definita dai Giardini Pereda. Qui, infatti, affacciato sul mare lungo il ‘Paseo’, proprio vicino alla ‘Grua de piedra’, la vecchia gru che ha servito nel Porto di Santander per buona parte del XX secolo e diventata monumento iconico, si trova il Centro Botín. Un avveniristico spazio progettato dall’archistar Renzo Piano e inaugurato nel 2017 avviando quella fase di rinnovamento architettonico e culturale di Santander ancora in corso. La struttura è formata da due edifici simmetrici che si incontrano, supportati da colonne e in parte sospesi, uniti da passerelle, che lasciano aperta la visuale sulla baia. Il Centro per l’arte e la cultura è sostenuto dalla Fondazione Botín, che fa capo alla famiglia proprietaria del Banco Santander. Ospita importanti mostre d’arte temporanee: si è appena chiusa quella dedicata alla pittrice spagnola Maruja Mallo e, tra le altre, si sta per aprire l’installazione ‘Cooking Sections, Las olas perdidas’, una prima in Spagna.
L’arte moderna, del resto, a Santander occupa un posto privilegiato. Oltre al Centro Botín e ai musei in arrivo, la città vanta numerose altre istituzioni che ospitano importanti collezioni permanenti o temporanee. C’è il Mas (Museo de arte de Santander y Cantabria), all’interno di un palazzo disegnato da Leonardo Rucabado nel 1907 e recentemente restaurato, con opere di maestri spagnoli, da Goya in giù, e un focus su artisti locali e paesaggi cantabrici.
Particolarmente suggestivo il Centro de arte Faro Cabo Mayor. Ospitato in quella che era l’abitazione del guardiano di questo faro risalente al 1839 e tra i più antichi della Spagna, espone la collezione Sanz-Villar con una serie di vedute di fari a creare un incontro tra l’arte e il mare. Al piano terra si trova anche una originale raccolta di oggetti a tema faro, mentre da quest’anno si può visitare anche la torre salendo in cima e ripercorrendo il funzionamento dell’illuminazione e di come si è trasformata dall’origine a oggi. La visita del Faro Cabo Mayor, raggiungibile anche attraverso una passeggiata risalendo il costone che in questo punto chiude la penisola di Santander verso il mare aperto, regala una vista mozzafiato.
Il Faro è gestito dall’Autorità portuaria di Santander, che cura anche un altro spazio adibito all’arte con mostre ed eventi: il Palazzetto dell’Imbarcadero, la vecchia stazione marittima degli anni Trenta (poi sostituita da quella attuale da dove partono anche le gite sulla baia), recuperata nel 1985 lungo la passeggiata sul mare che si apre dai Giardini Pereda e arriva fino al porto ‘piccolo’, chiamato popolarmente Puertochico. Anche qui passato e presente si incontrano: sulla banchina si mimetizzano le statue in bronzo di quattro ragazzini (uno in piedi, due seduti e uno intento a tuffarsi in acqua), omaggio ai cosiddetti ‘raqueros’, una sorta di scugnizzi di Santander; e camminando non è raro imbattersi in installazioni e sculture di artisti contemporanei.
Proprio nell’area del Puertochico sorgerà la nuova sede del Mupac, il Museo della Preistoria e Archeologia della Cantabria, che fa parte dei grandi progetti che stanno cambiando il volto culturale della città. In un maestoso edificio verrà trasferita la collezione attualmente collocata nei sotterranei del Mercado del Este, in un allestimento già scenografico e interattivo che ricostruisce l’evoluzione dell’uomo dalla Preistoria al Medioevo passando per l’epoca romana, con ricchezza di reperti, filmati e installazioni interattive.
Fra i più pregevoli degli oltre 1.200 pezzi esposti, quelli provenienti dalla vicina Cueva del Pendo, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2008. Una grotta di 600 metri quadrati (la prima scoperta in Cantabria) legata ai primi stanziamenti dell’Homo Sapiens, che si può anche visitare su prenotazione per ammirare dal vivo il ‘Fregio delle Pitture’, composto da una ventina di figure dipinte di colore rosso che si ritiene risalgano a circa 20.000 anni a.C.. Qui gli scavi archeologici non si sono mai fermati e la guida, presente in loco sin dai ritrovamenti più importanti degli ultimi 25 anni, narra con passione ai visitatori le scoperte che via via si sono succedute.
Per ripercorrere l’origine di Santander, tornando indietro all’età dei romani per arrivare al Regno di Castiglia e alla creazione della Diocesi, si può salire sulla torre della Cattedrale dell’Assunzione, che ospita il Centro di interpretazione della storia della città, e nel chiostro reperti romani. Visibile da ogni parte della città, l’imponente chiesa è stata ricostruita dopo l’incendio del 1941 ed è una delle tappe più importanti di un itinerario turistico volto proprio a ripercorrere la città del ‘prima’ e del ‘dopo’. Tra i ‘segreti’ storici meglio custoditi e rimasti intatti è la muraglia di cinta medievale, di cui resta un tratto originale di 25 metri con il tracciato della strada antica, visibile in un museo sotterraneo nella Plaza Porticada, cuore del centro commerciale. Sempre nel sottosuolo si trova un’altra testimonianza, appartenente alla storia più recente: un rifugio antiaereo usato durante la Guerra civile spagnola, l’unico visitabile, che mostra persino i sonori che simulano un bombardamento.
Ma una visita di Santander non può dirsi completa se non si varca la soglia del grandioso Palacio de la Magdalena, gioiello ed emblema dell’eclettismo di inizio XX secolo opera degli architetti Javier Gonzalez de Riancho e Gonzalo Bringas Vega. Il Palazzo, circondato da un parco rigoglioso di 24,5 ettari, si erge sulla penisola che chiude la baia di Santander e regala una vista incantevole sulla costa, sulle isolette che la fronteggiano e sulle spiagge, compresa una riserva naturale. Fu un regalo della città al re Alfonso XIII che insieme alla regina Victoria Eugenia scelse Santander come luogo per le vacanze estive.
Fu così che la città conobbe un periodo di gloria, durante la Belle Epoque, quando gli aristocratici vi si riversavano al seguito della Corte. E’ allora che sorsero il maestoso Gran Casino Sardinero e numerose dimore nobiliari, sancendo la nascita di un turismo balneare, attratto dai famosi ‘baños de ola’, celebrati ogni anno con un Festa che apre la stagione estiva. Si diffuse, infatti, verso la fine del 1800 la ‘moda’ di fare il bagno al mare per le sue proprietà benefiche ma anche per divertimento. Un mare ondeggiato che ancora oggi attrae milioni di surfisti che, spesso in gruppi, nell’ora della marea, attendono la giusta onda da cavalcare con la loro tavola.
Oggi il Palazzo, dopo alterne vicissitudini storiche (è stato ospedale durante la guerra, rifugio per la popolazione dopo l’incendio, sede universitaria), è tornato alla città: ospita, oltre a un’ala adibita a museo accessibile con visite guidate, un centro conferenze e le sale riservate – per volere dei discendenti reali – ai corsi estivi dell’Università internazionale ‘Menendez Pelayo’.
Fra gli altri edifici simbolo di Santander, va annoverato sicuramente il Palazzo del Festival (altra struttura eclettica affacciata sul mare). Poco distante il Museo Marittimo e le Naves de Gamazo, gemma di architettura industriale trasformata in sala esposizioni, e la Duna Gamazo, concepita come belvedere dall’architetto Alejandro Zaera in occasione dei Campionati mondiali di vela del 2014. E poi la Biblioteca, in stile neomudejar, la Nave Sotoliva, spazio artistico nel cuore del Barrio Pesquero, il vecchio quartiere dei pescatori, dove si trova anche il Centro Civico Tabacalera, in una ex fabbrica di tabacchi verso il Porto moderno, dove non tutti sanno che si trova uno dei giardini verticali più grandi d’Europa.
Un nuovo modello di spazio cittadino dove convivono esposizioni e incontri proprio nel solco della ‘nuova’ Santander, che ha recepito le ultime tendenze culturali e artistiche riuscendo a reinventare se stessa e a trasformarsi in una città attrattiva.
Per tutte le informazioni turistiche si può consultare il sito web della Empresa Municipal de Turismo de Santander www.santanderdestino.es, il portale turistico del Comune https://turismo.santander.es e quello dell’Ente Spagnolo del Turismo https://www.spain.info/it/.
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