Welfare, Aidp: “Le norme devono essere semplificate e rese più flessibili”
Roma, 12 set. (Labitalia) – “Nel campo del welfare aziendale credo che le norme vadano semplificate e rese più flessibili: mettere dei tetti e dei limiti è sicuramente complesso e non sempre in linea con le esigenze sia delle persone che delle aziende”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia, Matilde Marandola, presidente nazionale Associazione italiana per la direzione del personale.
“Penso – afferma – che sia davvero importante trovare delle norme che defiscalizzino il costo del lavoro sempre di più e possano creare sviluppo e garantire flessibilità. Inoltre, il welfare aziendale è uno straordinario strumento di sostegno alle genitorialità e alle famiglie sia in termini di misure economiche che di servizi per facilitare la conciliazione vita-lavoro delle persone e della famiglie”.
“I fringe benefit, che hanno occupato – ricorda – una fetta importante del dibattito politico degli ultimi mesi, offrono vantaggi sia al dipendente che all’azienda che li eroga e possono essere riconosciuti sia ad una categoria di dipendenti che al singolo lavoratore. In questo senso, quindi, si differenziano dal welfare aziendale, che vale solo per una ‘generalità’ di lavoratori. Di solito i fringe benefit riguardano in modo particolare i dirigenti, i quadri e il personale direttivo, ma possono anche essere estesi senza alcun limite a lavoratori inquadrati a livelli inferiori ed è in questa direzione che si dovrebbe procedere secondo me”.
“Dal mio punto di vista – commenta – il tema del welfare aziendale è un tema di ascolto: non si tratta tanto di implementare soluzioni precostituite, ma di mettere al centro le esigenze e l’interesse della persona per poi costruirne delle nuove che possano agevolare il benessere”.
“Oggi – spiega – l’evoluzione del settore è molto ampia e si trovano numerosi prodotti e servizi che vanno in questa direzione, ma è forte l’esigenza di lavorare in maniera sempre meno standardizzata e sempre più personalizzata. Fino a qualche anno fa, in Italia, il tema del welfare aziendale era quasi sconosciuto, ma ad oggi se ne sente parlare sempre di più: sia le persone che le aziende, infatti, si sono notevolmente avvicinate a queste tematiche. Le aziende che oggi investono in piani di welfare sono, quindi, aziende attente ai propri collaboratori e ai loro bisogni che trasmettono un messaggio valoriale di fiducia e ascolto”.
“Si tratta – avverte – di un investimento che può portare a numerosi benefici, inclusa una maggiore fidelizzazione dei dipendenti. Un ambiente di lavoro che si prende cura del benessere delle persone tende ad avere un team più soddisfatto, motivato e stabile e questo può contribuire in modo significativo al successo dell’azienda”.
“L’introduzione di piani di welfare in azienda – sottolinea Matilde Marandola – consente un miglioramento del clima aziendale ed è una soluzione in grado di creare maggior ingaggio da parte dei collaboratori che si riflette inevitabilmente sulla loro produttività e sulla loro efficienza”.
“Mostrare una maggiore attenzione verso i propri collaboratori – osserva – permette alle aziende di trattenere o attrarre i talenti migliori nel processo di selezione e diventa un’arma e una soluzione soprattutto per le pmi, permettendo loro di competere con le grandi imprese in termini di employer branding”.
“E’ indubbio – avverte – il beneficio sull’immagine aziendale, poiché l’attenzione verso i propri collaboratori fa sì che l’azienda venga percepita dal pubblico esterno in maniera più positiva. Le aziende che dimostrano un impegno per il benessere dei dipendenti spesso godono di una migliore reputazione tra i consumatori e gli investitori”.
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