Abuso d’ufficio: Delmastro, ‘fallimento eclatante, non torni più nel Codice penale’
Siracusa, 23 set. (Adnkronos) – “L’arsenale militare, oserei dire, del nostro ordinamento penale nei confronti di tutti i fatti corruttivi e concussivi che investono nella pubblica amministrazione è già talmente alto e il fallimento eclatante dell’abuso d’ufficio è talmente solare ed evidente, che io penso che questa norma non dovesse più trovare ingresso nel codice penale italiano; perché è giusto che qualunque amministratore sappia se il suo comportamento è o non è reato mentre lo commetto prima di commetterlo non dopo a seconda delle sensibilità. Perché non è un Paese civile quello che ragiona con reati talmente elastici”. Lo ha detto il sottosegretario Andrea Delmastro a margine dei lavori dell’Expo Divinazione nell’ambito del G7 agricoltura sull’abolizione dell’abuso d’ufficio.
Nei mesi scorsi il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri aveva detto che l’abolizione dell’abuso d’ufficio è “un messaggio devastante, i cittadini non si fideranno più delle istituzioni”. “Gratteri non solo è un intimo amico, ma è un magistrato verso il quale ho un rispetto straordinario profondo. Ciò nonostante si può dissentire anche nei confronti degli amici: l’abuso d’ufficio è un reato con una fattispecie così elastica e così a fisarmonica che veniva interpretato a geografia variabile e a geometria variabile a seconda delle sensibilità delle Procure d’Italia. Evidentemente anche il prodotto finale, cioè le sentenze di condanna, erano così poche che molto spesso ha sortito come unico effetto quello di paralizzare la burocrazia italiana. A ciò aggiungo che tendenzialmente si paralizza chi non ha mille motivi ulteriori per andare avanti non chi ha i mille motivi ulteriori per andare avanti”.
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