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**Almasri: opposizioni insistono, mozione di sfiducia a Nordio**

11 Febbraio 2025

Roma, 11 feb. (Adnkronos) – Le opposizioni non mollano sul caso Almasri. Alla richiesta ormai a cadenza quotidiana a Giorgia Meloni di riferire in aula, si è aggiunta anche la mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio dopo l’informativa in Parlamento sul rilascio del ricercato libico. A sottoscriverla tutti i gruppi: da Pd a M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa e Italia Viva. Solo Azione si smarca. Una determinazione che Carlo Calenda aveva già anticipato a Elly Schlein, in linea con le perplessità già espresse sulla mozione di sfiducia a Daniela Santanchè. “Non è possibile che l’unica via per fare opposizione sia passare da una mozione di sfiducia all’altra. Ieri Santanchè, oggi Nordio. Tutte peraltro completamente inutili. Fermate iniziative che sono solo controproducenti”, sostiene Calenda. E quando arriverà il momento del voto? “Valuteremo con il gruppo che su questo non ho ancora riunito”, risponde.

Le altre forze di opposizione sono di altro avviso. La mozione è anche il modo per non far scendere l’attenzione su una vicenda su cui la premier Meloni ha messo il silenziatore. Quindi la decisione dopo un giro di interlocuzioni tra i vari leader. I 5 Stelle hanno chiesto di inserire nel testo anche una condanna all”invettiva minatoria’ del ministro Nordio contro la magistratura. “Per coprire il pasticcio che hanno combinato, l’hanno buttata sull’attacco ai giudici”, la valutazione M5S. Integrazione che è stata accolta.

La mozione di sfiducia a Nordio, dice Angelo Bonelli, “è un atto dovuto dopo le bugie e le sciocchezze che il ministro ha raccontato in Parlamento. Ha detto che lui non è un passacarte ma di fatto hanno impedito l’esecuzione di un mandato di arresto che era un atto obbligatorio in base allo Statuto di Roma e in base alla legge italiana. Se ne assume la responsabilità e per questo non più continuare a fare il ministro e per questo chiediamo la mozione di sfiducia”.

Nel testo della mozione, in 4 pagine, si evidenzia come nell’informativa del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, siano “emerse ulteriori incongruenze” nella ricostruzione della vicenda Almasri. E si sottolinea come il Guardasigilli in Parlamento abbia “abbandonato la strada fino ad allora seguita del ‘cavillo giuridico’ per spiegare la scarcerazione del libico, “strada peraltro seguita anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, come noto, anziché presentarsi alle Camere ha preferito diffondere un video d’accusa al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, umiliando ancora una volta la dignità del Parlamento”.

Per le opposizioni “il ministro Nordio si è scagliato in maniera scomposta contro la Corte penale internazionale assegnandosi tra l’altro un ruolo che non gli spetta: quello di valutare la legittimità del mandato di cattura”. Quindi rimarcano: “Questo Parlamento si è trovato dunque ad essere umiliato tre volte: dall’ostinata assenza della Presidente del Consiglio, dall’inopportuna, incoerente e sgrammaticata informativa del ministro della Giustizia e dalle surreali affermazioni del ministro dell’Interno che è arrivato finanche a sostenere che un soggetto estremamente pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica non debba essere trattenuto né in Italia, né consegnato alla Corte penale internazionale, ma invece restituito al Paese dove ha commesso i crimini contro l’umanità di cui è accusato e dove, come di tutta evidenza, potrà continuare a commetterli impunemente”.

“Una decisione in spregio del diritto internazionale, delle sue sedi e che offende la credibilità e l’autorevolezza del nostro Paese che non solo ha sottoscritto lo Statuto istitutivo della Corte Penale Internazionale, ma che ne è stato anche la sede”. Oggi in aula le opposizioni hanno chiesto ancora una volta alla premier Meloni di riferire su Almasri ma anche di fare chiarezza sulla decisione, da parte dell’Italia, di non firmare la dichiarazione congiunta contro le possibili sanzioni Usa alla Corte Penale Internazionale. “Chiediamo un’informativa urgente della presidente del Consiglio -ha detto Debora Serracchiani- per capire se finalmente ci darà voce e notizia della sua posizione, visto che viene tirata in ballo ormai da settimane ma è totalmente scomparsa dai radar”.

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