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Autonomia: Alfieri, ‘legge svuotata, governo ne prenda atto e blocchi intese’

3 Dicembre 2024

Roma, 3 dic. (Adnkronos) – “La sentenza della Corte Costituzionale conferma che i pilastri fondamentali della legge Calderoli sono stati dichiarati costituzionalmente illegittimi. Sono i punti che come Partito Democratico abbiamo più volte sollevato nelle aule parlamentari e che abbiamo spiegato nella nostra mobilitazione nel Paese”. Lo dice il senatore Alessandro Alfieri, responsabile riforme e Pnrr nella segreteria nazionale del Pd.

“Non si possono trasferire intere materie o ambiti di materie. Ma solo specifiche funzioni legislative e amministrative giustificandole in relazione alla singola regione e in base al principio di sussidiarietà. Non solo, la sentenza spiega che in alcune materie non è più giustificabile il trasferimento di funzioni secondo il principio di sussidiarietà, anche ‘a seguito dei cambiamenti che hanno investito settori rilevantissimi della vita politica, economica e sociale’. Questo aspetto, insieme al rispetto della normativa comunitaria, restringe di molto il novero delle materie oggetto di differenziazione. Vale soprattutto per il commercio internazionale, le reti energetiche, le grandi infrastrutture e le norme generali sull’istruzione. Da questo punto di vista rivendichiamo come Partito Democratico di aver presentato a inizio di legislatura un progetto di riforma costituzionale finalizzato a restringere il campo di applicazione dell’articolo 116 comma 3 , proprio a partire da quelle materie”.

“Più in generale – prosegue Alfieri – troviamo riconosciute le nostre ragioni nel denunciare la limitazione del ruolo del Parlamento nella definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e l’illegittimità del ricorso al Dpcm per individuarli. E la sentenza sancisce, come richiesto a gran voce dalle opposizioni, la possibilità per le camere di emendare le intese ridando centralità al parlamento e fa saltare la furbizia del governo di dividere tra materie Lep e non Lep. E soprattutto ha messo in evidenza che non si fanno le nozze con i fichi secchi. La clausola di invarianza finanziaria è una solenne presa in giro. Anche qui la Corte afferma una delle critiche principali che abbiamo sollevato nel dibattito parlamentare: l’individuazione, tramite compartecipazioni al gettito di tributi per finanziare le funzioni dovrà avvenire non sulla base della spesa storica, bensì prendendo a riferimento costi e fabbisogni standard. A questo punto il governo non ha più scuse: prenda atto che la legge Calderoli è svuotata e blocchi definitivamente i negoziati per le intese avviati con le regioni”.

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