Autonomia: Bonaccini, ‘provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo’
Roma, 19 giu. (Adnkronos) – “Questa notte la destra ha approvato alla Camera il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo, varato dividendo la Conferenza delle Regioni e senza il parere positivo di Comuni e Province, che rischia di spaccare il Paese. Ma è anche un atto vuoto, senza un euro per garantire gli stessi diritti essenziali ai cittadini da Sud a Nord (i LEP, livelli essenziali delle prestazioni)”. Così Stefano Bonaccini in un post su Fb.
“Così concepito, non risponde ad alcuna necessità del Paese ma è solo alla lo scalpo politico che la premier Giorgia Meloni ha concesso alla Lega e a Salvini in cambio del via libera al premierato, un’altra riforma sbagliata e dannosa. Passano così il premierato (cui la Lega era contraria) e il ddl Calderoli (cui Fratelli d’Italia e Forza Italia erano contrarie)”.
“La proposta che aveva avanzato l’Emilia-Romagna – condivisa e definita insieme a tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro e senza mai un voto contrario in Consiglio regionale – puntava a gestire direttamente solo specifiche funzioni all’interno delle 23 materie previste. Per semplificare, sburocratizzare, dare risposte più efficaci a cittadini e imprese e poter programmare gli interventi necessari sul territorio, senza chiedere un solo euro in più allo Stato”.
“Per procedere, avevamo posto requisiti precisi, fra cui lo stanziamento delle risorse necessarie a garantire i Lep ovunque nel Paese e il pieno coinvolgimento del Parlamento. Escludendo, viceversa, il tema dei residui fiscali, che sarebbero solo l’anticamera di ulteriori fratture territoriali”, aggiunge Bonaccini.
“In questa legge approvata non ci sono né i paletti, né le garanzie che avevamo chiesto, il Parlamento viene esautorato e costretto solo a un prendere o lasciare, e in molte materie (senza limiti e vincoli) si potrà procedere senza alcuna preventiva perequazione. Sono stupito del silenzio assordante dei presidenti di Regione e dei sindaci della destra, così come dei parlamentari di destra eletti nel Mezzogiorno”.
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