Roma, 13 set. (Adnkronos) – “Oggi la Bce ha demolito l’impianto della tassa sugli extraprofitti delle banche, invitando il nostro governo a non usarla ai fini del risanamento del bilancio. Siamo di fronte a un altro ‘incidente’ che costringe il governo Meloni a rivedere le sue previsioni. Dalle richieste dei ministeri è evidente una necessità minima per la manovra di almeno 30/35 miliardi. Il ministro Schillaci ne ha chiesti, giustamente, 4 per la sanità pubblica. E non possono esserci tagli o riduzioni perché questa è la cifra minima necessaria per garantire i servizi sanitari di base. Servono almeno 11,5/12 miliardi se si vuole rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale”. Lo dichiara Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico al Senato.
“Al momento il governo, anche a causa della frenata economica e dei saldi approvati con il Def in primavera, non dispone di più di 8/9 miliardi. Sarebbe ora che il ministro Giorgetti spiegasse al Paese e al Parlamento come pensa di reperire le risorse per una manovra adeguata alle esigenze del Paese – aggiunge -. La nostra sensazione è che il governo, che si ostina a non considerare le entrate se non attraverso condoni e sanatorie una tantum, sarà costretto a una manovra in deficit. Ma forse sarebbe il caso che Meloni, Salvini e Giorgetti si preoccupassero, invece, di fare la faccia feroce, di avere una interlocuzione costruttiva e positiva con l’Unione europea”. “Senza Europa il nostro Paese rischia non solo un isolamento che non ci possiamo permettere, ma anche tensioni finanziarie inevitabili”, conclude Boccia.
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