Biotech, Simoni (Luiss): “Esempio di ciò che serve all’intera industria europea”
Roma, 25 giu. (Adnkronos Salute) – “Il biotech non è solo un settore tecnologicamente abilitante, ma è anche un caso esemplare di ciò di cui ha bisogno oggi l’industria europea. Fino a pochi anni fa, l’Europa si limitava a garantire una competizione leale e a regolare i mercati. La pandemia e il rapporto Draghi hanno segnato un cambio di passo: oggi si parla di una vera politica industriale europea, di competitività e di strumenti come il Biotech Act”. Lo ha detto Marco Simoni, professore di Politica economica europea alla Luiss di Roma, nel suo intervento al convegno ‘Biotech Act: opportunità e sfide per l’Italia e per l’Europa nel nuovo scenario geopolitico’, nel corso dell’Assemblea annuale di Assobiotec questa mattina a Roma.
“Le esigenze – spiega Simoni – sono chiare: semplificazioni intelligenti, non deregolazione, ma regole che non blocchino l’innovazione; mercato unico dei capitali, perché oggi una startup biotech italiana trova capitali solo in Italia, mentre negli Usa un’impresa del Wisconsin può raccogliere fondi in California senza ostacoli; infrastrutture e competenze per l’intelligenza artificiale, ormai essenziali anche per il biotech. Ma c’è un grande tema trasversale”, avverte: “Gli investimenti pubblici. Negli ultimi anni l’Europa ha aumentato la spesa industriale, ma l’80% di questi fondi arriva dagli Stati nazionali, non dall’Ue. E Paesi come Germania e Francia stanno investendo in modo mirato su settori strategici, con politiche industriali verticali”.
L’Italia “sta investendo più di altri Paesi europei – osserva Simoni – ma continua a farlo in modo orizzontale e generalista, senza scelte settoriali forti. E’ ora di cambiare. Serve identificare 2-3 settori strategici, fare scelte coraggiose e costruire un consenso nel Paese, non solo politico, ma condiviso da imprese, istituzioni e società civile. Il biotech ha tutte le caratteristiche per essere uno di questi settori strategici. Non possiamo permetterci di restare alla finestra. E’ una sfida di lungo periodo, ma anche una grande opportunità”.
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