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**C.sinistra: Ruffini, Onorato, Rete civica, big bang di sigle nell’universo progressista**

29 Giugno 2025

Roma, 29 giu (Adnkronos) – Settembre 2027, se non si deciderà di anticipare di qualche mese. Due anni, circa, alla scadenza della legislatura. Ma il centrosinistra è già in fermento, con partiti e movimenti che hanno fatto partire le grandi manovre con un buon anticipo sulle prossime elezioni. Gli ultimi arrivati, a reclamare un posto nella griglia di partenza del campo largo, sono Alessandro Onorato con la sua lista civica e Rete civica solidale, il progetto che viene presentato domani alla Camera da Marco Tarquinio, Stefania Proietti e Paolo Ciani tra gli altri.

Onorato, assessore ai Grandi eventi della Capitale, qualche giorno fa ha riunito un bel po’ di giovani amministratori di tutta Italia al Parco dei Principi di Roma: “Il nostro è un patrimonio di professionalità. Possiamo dare il nostro contributo al centrosinistra?”, ha chiesto alla platea dove non mancavano volti noti come il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il deputato dem Claudio Mancini, Raffaele Ranucci, Enrico Gasbarra e (con un video da remoto) Achille Lauro, il direttore creativo di Balenciaga Pierpaolo Piccioli, il campione di kick boxing Mattia Faraoni e l’attore Alessandro Roja.

Sempre al centrosinistra guarda Rete civica solidale, cioè “persone, Movimenti civici territoriali, partiti che si sono ‘messi in gioco’ candidandosi, essendo eletti, amministrando, facendo opposizione a livello locale, nazionale ed europeo nell’area di centrosinistra ma non appartenenti ai partiti rappresentati in Parlamento e personalmente chiamati all’impegno da una formazione cristiana e laica accomunata dai grandi valori costituzionali della nostra democrazia”, come chiarisce il documento sottoscritto dal vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata Angelo Chiorazzo, dal sindaco di Udine Alberto Felice De Toni e dal segretario di ‘Per’ Giuseppe Irace oltre che da Tarquinio, Proietti e Ciani.

(Adnkronos) – I civici di Onorato e la Rete del segretario di Demos e dell’eurodeputato S&D vano ad arricchire un panorama già ben variegato all’interno del centrosinistra. Affiancando Pd, M5s e Avs, gli azionisti di maggioranza della coalizione. E non è un caso che il movimento più frenetico di sigle si registri soprattuto verso il centro dell’area dell’attuale opposizione. A parte Azione di Carlo Calenda, con cui i progressisti da tempo ‘flirtano’ senza aver trovato una formula stabile, il nuovo Partito liberal democratico ha appena celebrato il suo primo congresso eleggendo Luigi Marattin segretario e Andrea Marcucci (ex Big del Pd) presidente.

“Vogliamo costruire per le elezioni del 2027 un’offerta politica di stampo liberaldemocratico che non vuole né Landini ministro del Lavoro né Salvini ministro dell’Interno”, ha chiarito Marattin. Dovrà sgomitare, il Pld. Perchè il centro campo risulta ben presidiato e la concorrenza si preannuncia accesa. “Il lavoro per la Tenda riformista sta andando avanti. Molto avanti. Molto più di quello che sembra”, ha scritto Matteo Renzi nella sua ultima enews parlando di una “forte componente riformista nel centrosinistra”.

La “tenda” è il ‘trend topic’ dell’opposizione. Il copyright, come accade spesso, è di Goffredo Bettini, che sull’Unità ha scritto della necessità di “impiantare un soggetto liberale, repubblicano, progressista, ma moderato che manca alla nostra alleanza”. Un progetto cui anche Dario Franceschini starebbe guardando con attenzione. Questa ‘Margherita 2.0’ dovrebbe equilibrare i rapporti di forza con 5 stelle, il duo Bonelli-Fratoianni e anche con un Pd a trazione Schlein diventato negli ultimi mesi certo più ‘movimentista’.

(Adnkronos) – Per chiarimenti, ci si può rivolgere a Ernesto Maria Ruffini, titolare di un altro nuovo brand. L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha infatti dato il via ai Comitati ‘Più uno’ e, in una sola settimana, ne sono spuntati oltre 100 in tutta Italia. “Cantieri di idee da condividere”, li ha definiti Ruffini.

Ma il Big bang di sigle della galassia progressista non è certo un fenomeno inedito. Nel Pd, tanto per fare un esempio, il numero di correnti che la segretaria Elly Schlen aveva promesso di stoppare continua a crescere. Restano sempre le sigle classiche, a partire da AreaDem di Dario Franceschini. Ma non risultano in disarmo Dems di Andrea Orlando, i Giovani turchi di Matteo Orfini, Energia popolare (già Base riformista) oggi guidata da Alessandro Alfieri e nata per la candidatura di Stefano Bonaccini al Congresso.

In più ci sono le new entry del Nazareno come ‘Compagno è il mondo’ degli ex Articolo 1 Arturo Scotto e Roberto Speranza, Crea degli ex lettiani Marco Meloni e Anna Ascani, Comunità democratica di Graziano Delrio. Per non tacere del gruppo più vicino alla segretaria, formalmente non una vera corrente, che ha come punto di riferimento Igor Taruffi e Marta Bonafoni. Il rischio, per il centrosinistra, è sempre più quello di dover seguire l’esempio delle Marche dove, in vista delle regionali, il candidato del campo largo, l’eurodeputato Pd Matteo Ricci, ha presentato la sua Alleanza del Cambiamento: 19 sigle in tutto tra partiti, movimenti, civici. “Un progetto serio e concreto”, ha assicurato.

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