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**C.sinistra: silenzio Schlein su Conte, segretaria Pd ‘al lavoro su progetto per Italia’**

5 Dicembre 2024

Roma, 5 dic. (Adnkronos) – Visibilmente commossa per l’ultimo saluto alla partigiana romana, Iole Mancini, stamattina alla basilica di San Lorenzo Fuori le Mura. Poi alla Camera e nel pomeriggio al Nazareno per l’iniziativa Pd sull’autonomia. Ma su Giuseppe Conte neanche una parola. Elly Schlein è silente sull’ultima uscita del leader pentastellato. Una consuetudine, del resto, per la segretaria del Pd. Una precisa linea di condotta. “Stiamo costruendo un progetto per l’Italia, per dare al Paese un’alternativa a questa destra”, scandisce al seminario al Nazareno. Una risposta indiretta, forse. Di certo la segretaria dem, dicono i suoi, su quel ‘progetto per l’Italia’ è totalmente concentrata. E anche a Carlo Calenda che la sollecita a intervenire sul caso Stellantis, Schlein risponde non a parole, ma mettendo in agenda per domani mattina alle 11 un confronto con i lavoratori allo stabilimento di Pomigliano.

Ma se la segretaria è silente, nel Pd le reazioni a Conte non mancano. Dall’area riformista soprattutto. Ma non solo. Andrea Orlando, già ‘scottato’ dal veto di Conte in Liguria, osserva: “Per fare gli accordi deve vedere i bicchieri mezzi pieni, come ha sempre fatto il Pd nel cercare gli accordi. Quello non è il modo migliore di farlo”. Orlando si riferisce alle critiche di Conte al Pd sul sì a Von der Leyen e sull’Ucraina. “Queste cose il Pd – ha detto il leader M5S- le ha votate assieme a Giorgia Meloni. Per questo ci definiamo ‘progressisti indipendenti’. Perché siamo un’altra cosa, del tutto nuova ed originale”.

“Tanto originale da coincidere esattamente con le posizioni di Orban, Salvini e Le Pen”, il commento caustico via social di Giorgio Gori. Mentre Pina Picierno ironizza: “Come il Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam in Fantozzi, il leader dei Cinque Stelle inventa una nuova categoria dello spirito: il progressista non di sinistra. Un medio progressista, insomma”. Alessandro Alfieri, parlando con l’Adnkronos, mostra ‘comprensione’: “C’è tutta la comprensione politica per la fase politica che sta vivendo… Dico solo che a volte potrebbe anche essere più prudente nei giudizi che dà del Pd perché senza il Pd non c’è alcuna alternativa”. E va bene essere unitari ma “non vuol dire però che staremo zitti. Perché chi gioca ad indebolire il Pd, indebolisce la costruzione dell’alternativa”.

Stefano Bonaccini rileva la ‘contraddizione’ tra Conte che si dice ‘non di sinistra’ e la collocazione in Europa dei 5 Stelle: ”Conte dice, legittimamente, che il M5s non è di sinistra. Però siede nel parlamento europeo con l’estrema sinistra”. Che è un po’ quello che fa notare Nicola Fratoianni che ha accolto Conte nel gruppo europeo dei Left: “Conte rivendica la sua autonomia. Anche noi siamo autonomi, sia chiaro. Poi ognuno lo fa come crede. Dice ‘noi non siamo di sinistra’ nonostante stia in un gruppo in Europa che si chiama Left, la sinistra… Mi pare che dopo la Costituente siano ancora in una fase assestamento”.

E ai cronisti che gli chiedono se sia più in sintonia con Conte che con Schlein, il leader di Sinistra Italiana smentisce l’ipotesi di un qualunque asse: “Più vicino a Conte o a Schlein? Più vicino ad Avs”. E aggiunge ad HuffPost: “Non siamo al carro di nessuno. E questo vale per Conte e per tutti”. Né dice di temere la concorrenza dei 5 Stelle che si muovono nello stesso spazio politico di Avs: “Noi stiamo crescendo, abbiamo recuperato molto voto giovanile. E per vincere bisogna che tutta la coalizione cresca. Noi sulle armi abbiamo sempre votato contro, eravamo i soli a farlo. Ora anche Conte lo dice e a me fa piacere. Non ho alcuna preoccupazione. Io faccio politica per cambiare le cose e se invece di farlo da solo, siamo due o tre o quattro, sono contento”.

Duro Riccardo Magi: “Conte conferma di non essersi mai spostato dalle posizioni assunte quando governava con Salvini: prostrati davanti a Putin e Trump, arrendevoli di fronte all’invasione russa dell’Europa, porti chiusi ai migranti, euroscettici. Una sorta di ‘progressismo salviniano’, insomma, una formula ambigua che rifiutiamo con fermezza”. Per il leader di +Europa “non sarà con il populismo rossobruno che si otterranno conquiste progressiste per il benessere dei cittadini italiani al di fuori del rafforzamento politico dell’Europa. Su questo, una coalizione autenticamente progressista deve avere le idee chiare”.

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