Calcio: cambio accuse contro consigliere Palmeri, atti tornano a pm Milano
Milano, 4 nov. (Adnkronos) – Colpo di scena al processo che vede protagonista il consigliere comunale e lombardo Manfredi Palmeri. Dopo mesi di processo, e in attesa oggi di sentire alcuni testimoni dell’accusa, il pubblico ministero Paolo Storari cambia le accuse: non più corruzione tra privati e nessun correo. Un cambio di passo di cui ha preso atto la corte presieduta da Giuseppe Cernuto che di fronte a una “giurisprudenza consolidata” ha recepito “la nuova imputazione e ha riconsegnato gli atti al pm” per una nuova chiusura d’indagine e quindi una richiesta di altro processo.
Con un fuori programma è lo stesso Cernuto a chiarire la scelta insolita ma “consentita in Italia” fatta dal pubblico ministero, spiegare quella che definisce una “novità” anche per un giudice di lunga esperienza come lui e a sancire “la regressione completa del procedimento” davanti all’imputato, che torna indagato, presente in prima fila in aula. Nella nuova contestazione si accusa Palmeri di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio perché, “quale membro del Consiglio direttivo di Mi Stadio, società concessionaria del Comune di Milano per la gestione dello stadio Meazza, e pertanto quale incaricato di pubblico servizio, riceveva utilità per porre e per aver posto il suo ufficio al servizio di Gherardo Zaccagni” il quale, a sua volta, “invitava i propri dipendenti a votare per Manfredi” in occasioni delle elezioni regionali del febbraio 2023 “corrispondendo loro la somma di 50 euro” nel caso di vittoria.
Accuse che i difensori, gli avvocati Domenico Aiello e Ivan Tortorici, respingono con forza. “Lo scorso settembre il Tribunale di Milano ha sancito che le intercettazioni disposte dal pm Storari sono inutilizzabili e da quel momento dovevano essere distrutte. Invece, non solo su quelle si costruisce un nuovo capo d’accusa, ma sulla base di quanto dichiarato in aula da un architetto si contravviene a una decisione del Tribunale che dice che non c’è la natura pubblica di Mi Stadio. Se il pm avesse compiuto il suo dovere non saremmo in questa situazione. Si tratta di un comportamento da provvedimento disciplinare” conclude Aiello.
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