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Caligaris (Centro Einaudi): “1,6 milioni di lavoratori nel settore domestico 9 su 10 donne”

23 Maggio 2025

Roma, 23 mag. (Adnkronos/Labitalia) – “Nel 2023, i lavoratori regolari del lavoro domestico erano 833.874, l’88,6% donne, ma le stime Istat indicano una forza lavoro effettiva di oltre 1,6 milioni di persone, di cui la metà in condizioni di irregolarità. Il lavoro domestico rappresenta il comparto con il più alto tasso di sommerso in Italia, contribuendo per il 27% all’intera economia informale del Paese”. Lo dice Maria Caligaris, ricercatrice Centro Einaudi e curatrice dello studio ‘Lavoro domestico e formazione- Strategie per colmare il Gender Gap e valorizzare il welfare per le famiglie’, di Nuova Collaborazione, associazione nazionale datori di lavoro domestico, realizzato dal Centro di Ricerca Luigi Einaudi di Torino. “Questo studio – spiega – è frutto della collaborazione tra l’associazione di categoria Nuova Collaborazione e il Centro Einaudi, nasce per dare voce a un settore fondamentale, quello del lavoro domestico, che non è ancora visibile. Vengono proposte strategie concrete per la regolarizzazione, la formazione e la valorizzazione professionale. A lungo termine l’auspicio è quello di rafforzare il welfare familiare con strumenti fiscali, organizzativi e formativi più efficaci”.

“Lo studio delle retribuzioni medie annue – sottolinea – conferma che quello domestico è un lavoro povero. Si parte dal dato Istat sulla retribuzione media annua lorda per lavoratori dipendenti in generale che si attesta a circa 27.000 euro lordi all’anno. Dai dati Inps 2023, relativi al lavoro domestico, la retribuzione media annua lorda è pari a 7.554 euro. Oltre un quarto dei lavoratori domestici regolari guadagna meno di 3000 euro l’anno e solo il 17% raggiunge una retribuzione superiore ai 1000 euro al mese. L’analisi per genere mostra come le lavoratrici donne tendano a percepire una retribuzione leggermente più alta rispetto ai lavoratori maschi.

“Nel 2023, infatti, il 40,5% delle badanti donne ha guadagnato oltre 10.000 euro annui, contro il 33,4% dei colleghi maschi. L’orario medio settimanale risulta essere di 19,9 ore per le colf e di oltre 50 ore per le badanti conviventi. Ciò significa che molte lavoratrici, in particolare quelle conviventi, si trovano di fatto a disposizione delle famiglie sette giorni su sette, con riposi settimanali non sempre garantiti e spesso subordinati alle esigenze della persona assistita. Questi numeri confermano la necessità urgente di rafforzare i controlli sull’applicazione del contratto collettivo nazionale, di promuovere una maggiore consapevolezza tra le famiglie datrici di lavoro e di incentivare la regolarizzazione attraverso meccanismi fiscali che rendano più conveniente rispettare le regole”, conclude.

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