**Camera: braccio di ferro sul Bilancio interno, da Pd-M5s odg per dire no società in house**
Roma, 22 lug (Adnkronos) – Un avanzo di amministrazione, alla fine del triennio 2024-2026, di 315 milioni; una spesa di funzionamento inferiore di oltre 10 milioni rispetto all’anno precedente; un lavoro sui conti che raccoglie l’applauso di tutti i Gruppi. Eppure sul bilancio interno della Camera, approdato in aula per la discussione generale, non è mancata la polemica. A dividere è la nascita della Cd-Servizi, fissata al prossimo 1 settembre: Pd e M5s hanno annunciato la presentazione di Ordini del giorno per dire no alla nuova società ‘in house’ di Montecitorio.
“Siamo contrati, è un qualcosa che peggiorerà negli anni a venire”, ha spiegato il capogruppo del M5s Francesco Silvestri. Mentre Stefano Vaccari (Pd) ha chiesto anche una relazione per “informare il Parlamento e per evitare che assista inerme allo sviluppo della Società in house”. La Cd-Servizi, approvata con una delibera del marzo 2024, dovrà occuparsi dei servizi di ristorazione, pulizie, facchinaggio e supporto esecutivo “con modalità stabilite dalle convenzioni e dai contratti di servizio tra la Camera e la società”, ha spiegato il questore Alessandro Manuel Benvenuto (Lega) annunciando uno “stanziamento da 1 milione di euro”.
Nel complesso gli stanziamenti previsti sono di circa 14 milioni di euro. Non si tratta di risorse aggiuntive, ma derivanti dal corrispettivo economico del complesso dei servizi che confluiranno nella gestione della Cd-Servizi, quindi di stanziamenti di bilancio già approvati. In termini percentuali si tratta dell’1,45% del valore complessivo del bilancio.
(Adnkronos) – “Potrei sventolare l’incremento in busta paga dei lavoratori per 60 euro lordi al mese, circa. Demagogia. Qui si parla delle legittime aspirazioni di lavoratrici e lavoratori”, ha spiegato Vaccari sottolineando il fatto che “l’Ufficio di presidenza ha approvato a maggioranza l’avvio della società in house”. L’esponente del Pd ha sottolineato: “Si è scelto di procedere spediti per la società in house senza una verifica dettagliata sulla sostenibilità e la compatibilità con criteri di efficienza e di economicità e di accelerare senza valutare le responsabilità”.
Come i dem anche i 5 Stelle: “Se ci sono problemi salariali la società in house è una resa, non è in grado di sopperire alle mancanze. Si potevano prevedere delle migliorie nei bandi. Così si compromette il lavoro di trasparenza e ottimizzazione oggetto della presidenza Fico”, ha detto Silvestri.
A difendere la scelta della societa è stato invece Fabio Ramepelli (FdI): “C’è una inversione dei ruoli che mi lascia stupefatto, un Odg per abolire la società in house sarebbe fuori luogo perchè si tratta di un tentativo di far valere servizi migliori, di migliorare la qualità e di assicurare retribuzioni adeguate”. D’accordo Filibertro Zaratti (Avs): “Le società in house sono una cosa che si fanno da anni, non è una anomalia. L’esternalizzazione dei servizi alla Camera è stata svantaggiosa, stiamo cercando di migliorare le condizioni delle persone che lavorano al nostro fianco, stiamo facendo passo in avanti”.
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