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**Camera: Costa si dimette, equilibri nelle commissioni tornano sotto i riflettori**

23 Settembre 2024

Roma, 23 set (Adnkronos) – “Ritengo che la Giunta vada tutelata con la responsabilità di scongiurare tensioni che posso giudicare strumentali ma che la distoglierebbero dai suoi compiti delicati”. Enrico Costa si è dimesso da presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera. Dopo il passaggio da Azione a Forza Italia, Costa ha fatto un passo indietro anche se “dal punto di vista regolamentare, questa scelta è del tutto priva di conseguenze in relazione all’incarico da me ricoperto e ciò è confortato da numerosi precedenti”, ha spiegato.

La Giunta dovrà adesso nominare un nuovo presidente. Costa era stato eletto all’unanimità, anche nell’ambito della prassi che vuole le presidenze di garanzia all’opposizione. Attualmente in Giunta, in quota opposizioni, sono rappresentati Avs, Pd e M5s. I dem presiedono già la Giunta delle elezioni e i 5stelle la Vigilanza Rai. La presidenza della Giunta delle autorizzazioni potrebbe quindi andare a un esponente di Avs, Devis Dori, l’unico. Ma questo dipenderà anche dalle intese tra i gruppi parlamentari.

La Giunta è “un organismo tradizionalmente affidato alla guida delle opposizioni. E’ apprezzabile che Enrico Costa, passato tra i banchi della maggioranza abbia lasciato l’incarico”, ha detto la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella, facendo i complimenti a Costa per “la scelta coerente”. Le dimissioni del neo deputato di Forza Italia hanno rimesso con forza sotto i riflettori la questione della composizione delle commissioni parlamentari, dopo l’addio a Carlo Calenda anche di Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace.

(Adnkronos) – “Si dovrebbero dimettere entrambi, Costa e Gelmini, ma non perché hanno lasciato Azione, ma perché sono stati eletti in una Commissione di garanzia in quota opposizione”, ha detto oggi Calenda al ‘Fatto’. La posizione della Gelmini è quella più al centro dell’attenzione, perché la senatrice ex Azione è componente della Vigilanza Rai eletta nell’opposizione. Al momento, formalmente, Gelmini è ancora componente del Misto in quota Azione.

E nel Misto dovrebbe restare se, come si dice, dovesse formalizzare insieme alla Versace la sua adesione a Noi Moderati, che a palazzo Madama non ha un suo Gruppo. Quindi da un punto di vista formale non cambierebbe nulla. In Vigilanza, però, i voti si pesano con il bilancino, visto che la Bicamerale sarà presto chiamata a dare il suo Ok (obbligatorio) al nuovo presidente della Rai con maggioranza qualificata (e intese politiche larghe). Un voto in più, insomma, potrebbe fare la differenza per i nuovi vertici Rai.

La composizione delle commissioni ha sempre fornito più di un grattacapo nel corso delle legislature sia alla Camera che al Senato, sempre in seguito ai cambi di casacca dei parlamentari. Tra i precedenti c’è quello di Roberto Giachetti, passato da Pd a Iv ma rimasto alla guida proprio della Giunta per le autorizzazioni. Enrico Borghi, membro del Copasir in quota Pd, è rimasto tale ma in quota Iv dopo il suo passaggio dai dem a Renzi. Il precedente più noto, però, resta quello di Riccardo Villari, talmente determinato a non lasciare la presidenza della Vigilanza Rai dopo il suo addio al Pd da non ascoltare nemmeno gli appelli dei vertici istituzionali di allora: i presidenti delle Camere Gianfranco Fini e Renato Schifani e il premier Silvio Berlusconi.

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