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Caso Garlasco: intercettazioni Sempio, ‘c’è in ballo trent’anni di galera’

4 Giugno 2025

Milano, 4 giu. (Adnkronos) – “C’è in ballo trent’anni di galera”. Andrea Sempio parla in auto. E’ l’11 febbraio 2007 e il suo cellulare, l’auto e il telefono di casa sono intercettati. E’ lui il nuovo indagato dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Le indagini difensive degli avvocati di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, puntano su di lui e dopo l’esposto della madre di Stasi, depositato nel dicembre 2016, nel febbraio del 2017 vengono attivate le intercettazioni. Quindici giorni, a partire da inizio febbraio. E’ la prima indagine che lo coinvolge, dallo scorso gennaio è nuovamente indagato per l’omicidio e quelle intercettazioni, che hanno contribuito alla sua prima archiviazione, tornano d’attualità.

L’intercettazione è di due giorni dopo l’interrogatorio e sembra che nell’abitacolo l’indagato ripercorra la serie di domande a cui ha dovuto rispondere. “Fatto a me domanda di genetica su come funziona Dna…non sono un genetista e non sono un avvocato, non ho accesso ai dati…io aspetto…direi e poi…che cosa è successo e capisci che era in realtà…benissimo”. Frasi interrotte da parole incomprensibile e musica sempre in sottofondo. Le conversazioni in auto sono quelle più rilevanti ai fini dell’indagine. Come quella del 10 febbraio 2017 quando l’inera famiglia è sulla Sukuzi e parlano delle domande dei pm. Andrea Sempio ribadisce sullo scontrino – l’alibi della mattina del 13 agosto 2007 – che nel primo interrogatorio non ha detto nulla perché non gli era stato chiesto niente.

E’ in queste conversazioni relative all’interrogatorio che si inserisce la frase già nota “ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che lo abbiamo trovato prima” dice rivolto al padre. “Mi hanno fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta. Mi hanno chiesto se io ero andato a Vigevano, siccome ero andato a Vigevano per comprare il cellulare… loro hanno rilevato il mio cellulare a Vigevano, se io ti dico mi ricordo perfettamente che avevo il cellulare e logico che ti do una risposta… allora ho detto non mi ricordo”. E sulla difficoltà di ricordare fatti e orari ad anni di distanza concorda il padre che afferma “poi gli orari li ho buttati li…”.

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