Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Caso Garlasco: psicologo carcere, ‘Stasi cerca piacere in modi non convenzionali’

28 Maggio 2025

Milano, 28 mag. (Adnkronos) – Alberto Stasi, detenuto da dieci anni nel carcere milanese di Bollate per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, guarda con paura e speranza alla nuova inchiesta della Procura di Pavia che indaga nuovamente sul delitto di Garlasco del 13 agosto 2007. Un femminicidio per cui nel 2015 l’allora fidanzato è stato condannato a 16 anni di carcere – fine pena fissato al 31 ottobre 2029 – e che ora vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

In dieci anni, dopo essersi presentato al portone dell’istituto di Bollate, Stasi ha affrontato le difficoltà della vita dietro le sbarre, ha avuto accesso al lavoro esterno, ai permessi premi e dallo scorso aprile alla semilibertà. Tappe conquistate da detenuto modello che sta anche versando il suo risarcimento alla famiglia della vittima. Dalle relazioni della Sorveglianza emerge, però, la difficoltà a indagare “sull’ossessiva catalogazione e la abituale visione di materiale pornografico anche raccapricciante e violento” che per i giudici sembra la molla del delitto. “Colpisce anche come, nella valutazione dell’empatia ed emotività, non vi siano accenni – si legge – a quanto provato nel passato e nel tempo nei confronti dei genitori e parenti della vittima, o a sentimenti di rabbia, alle cause sottese e alle strategie di gestione”.

In una relazione del febbraio 2024, di cui si è avuto conoscenza solo con il provvedimento della Sorveglianza dello scorso aprile, il Tribunale indica “nella ossessiva visione di materiale pornografico fino alla sua meticolosa catalogazione nel pc, con tratti francamente eccessivi anche per un giovane alla scoperta della sessualità” il possibile “movente o quanto meno l’occasione del delitto”. Sul punto, la relazione dello psicologo del carcere – che affronta il tema con Stasi – pur nella consapevolezza di non poter esprimere giudizi di natura psichiatrica, “si sofferma sulla possibile diagnosi di parafilia, ossia di ricerca del piacere sessuale attraverso modalità non convenzionali, ma conclude con l’affermare la sola presenza dei tratti di tale psicopatologia, in assenza dei requisiti che normalmente conducono alla diagnosi di vero e proprio disturbo parafilico”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

17 Luglio 2025
Milano, 17 lug. (Adnkronos) – Banconote del taglio di 200 euro ben custodite in una cassetta di sic…
17 Luglio 2025
Palermo, 17 lug. (Adnkronos) – “Mio padre era un inguaribile ottimista. Lui la voleva vincere quest…
17 Luglio 2025
Milano, 17 lug. (Adnkronos) – “Per noi la Tech Conference è un momento centrale dell’anno. In que…
17 Luglio 2025
Roma, 17 lug. (Adnkronos) – Si è chiuso ieri sera il Demo Day dell’edizione 2025 di Dock Startup La…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI