Caso Garlasco: Ris in villetta Poggi, laser scanner e drone per costruire passi assassino
Garlasco, 9 giu. (Adnkronos) – La nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi non risparmia via Pascoli a Garlasco (Pavia) e, anche se sono passati quasi 18 anni dal delitto, gli esperti del Ris e del Nucleo investigativo di Milano varcano la porta della villetta dove il 13 agosto 2007 la ventiseienne è stata uccisa. L’ispezione ordinata dalla Procura di Pavia che indaga su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, si concentra per quasi sette ore al piano terra. Gli approfondimenti – affidati a laser scanner – hanno l’obiettivo di misurare ogni centimetro del pavimento dell’ingresso dove la giovane fu colpita alle spalle, quindi trascinata fino alla porta delle scale e infine gettata sui gradini.
Le misurazioni degli spazi e delle volumetrie si sono focalizzati anche in bagno dove l’assassino – nel 2015 la Cassazione ha inflitto la condanna definitiva a 16 anni di carcere per l’allora fidanzato Alberto Stasi – si lava le mani, quindi sugli spazi della cucina dove il killer forse cerca una busta per gettare gli asciugamenti con cui si è in parte ripulito e l’arma mai trovata. Una ricostruzione che gli inquirenti provano a verificare nuovamente affidandosi ad Andrea Berti, biologo del Ris ora in forza a Cagliari che nella sua esperienza romana ha risolto il delitto dell’Olgiata.
I rilievi tecnici – sulla casa ha sorvolato a lungo un drone per fotografare dall’alto ogni angolo – serviranno a realizzare una mappa in 3d dove virtualmente verranno riposizionate le macchie di sangue trovate sul pavimento e sui muri, le suole insanguinate e le impronte digitali disseminate nella villetta. I nuovi accertamenti sono avvenuti sotto gli occhi di mamma Rita Preda e di papà Giuseppe Poggi che dopo il dissequestro della villetta (16 aprile 2008) tornarono – dopo lavori di pulizia e tinteggiatura – a vivere in quella casa (24 aprile 2008) dove la stanzetta di Chiara è ancora come lei l’aveva lasciata.
L’ispezione consentirà al consulente della Procura di Pavia di ricostruire una ‘triangolazione’ tra macchie, schizzi e impronte, di verificare dunque le traiettorie dei colpi inflitti e se nella villetta possano essersi mossi in due. Sempio è indagato in concorso e gli inquirenti – data la presenza di un secondo Dna maschile sulle unghie della vittima – non escludono la presenza di due aggressori. L’attenzione nei rilievi si è concentrata infine sulle scale dove per la Procura c’è l’impronta palmare destra di Sempio sulla seconda parte del muro. Per gli inquirenti l’indagato che solleva il corpo con la mano sinistra, rischia di perdere l’equilibrio e appoggia la mano destra alla parete. Un’ipotesi che impone due riflessioni: Sempio solleva il corpo senza vita di 50 chili solo con una mano – l’impronta 33 è senza sangue come certificato dal Ris fin dal 2007 – e non scende neppure un gradino data l’assenza di suole insanguinate sui gradini.
La consulenza della Procura di Pavia, con nuovi strumenti, dovrà tener conto della perizia del giudice per le indagini preliminari Stefano Vitelli che ordinò di simulare la camminata dell’assassino (senza scendere le scale) e quella dei giudici dell’appello bis che estendendo l’esperimento ai primi due gradini della scala resero inverosimile il racconto di Stasi. La perizia disposta dalla Corte d’Appello di Milano è netta: è infinitesimale la possibilità che possa non essersi sporcato le scarpe scendendo le scale, scrivono i professori Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, insieme al dottor Roberto Testi. Per Stasi che dice di aver ‘scoperto’ il corpo senza vita della fidanzata Chiara Poggi è dello 0,00038% la possibilità di avere le suole pulite se si ferma al primo gradino, se scende anche il secondo è dello 0,00002%.
Sul gradino 0 della scala, davanti alla porta a soffietto che l’assassino si richiude alle spalle, resta l’impronta a pallini, numero 42 marca Frau, che è la taglia che calza Stasi ma non Sempio (numero 44). Un altro dato, certificato da un’altra perizia – sono circa 40 in otto anni di processi – su cui la Procura di Pavia dovrà tornare se vuole aggiungere un elemento (oltre a dna sulle unghie, impronta senza sangue su una scala, e un alibi che non convince i carabinieri) contro l’indagato Sempio. “È un accertamento che per noi non cambia niente. Noi abbiamo saputo di questa cosa nel weekend e come dice l’avvocato Lovati (altro difensore di Sempio, ndr) ci sono tante stranezze e sono venuta a controllare” dice al termine dell’ispezione la legale Angela Taccia. “I Poggi sono tranquilli, ma sono stanchi”, le parole dell’avvocata prima che su via Pascoli si spengano le luci delle telecamere.
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