Caso Garlasco, si riparte dalla spazzatura di casa Poggi mai analizzata
Milano, 18 giu. (Adnkronos) – Reperti sotto i riflettori oggi nel caso di Garlasco. Un piattino di carta, due vaschette vuote di Frùttolo e la plastica della confezione, un contenitore vuoto di EstaThé con cannuccia, una scatola vuota di biscotti, un sacchetto contenente dei cereali e lo stesso sacchetto azzurro di plastica, utilizzato come pattumiera: sono alcuni degli oggetti, trovati nella spazzatura della villetta Poggi a Garlasco su cui oggi si concentrerà l’attenzione di periti e consulenti nell’incidente probatorio sul caso dell’omicidio della ventiseienne Chiara, uccisa il 13 agosto 2007.
Un secondo round – dopo la prima giornata di martedì 17 giugno – che dovrebbe avere tempi più rapidi, ma che non risparmierà confronti serrati tra i consulenti della Procura di Pavia, quelli del nuovo indagato Andrea Sempio, gli esperti scelti da Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata, i consulenti della famiglia della vittima e i periti – Denise Albani genetista e Domenico Marchegiani dattiloscopista – incaricati dalla giudice di Pavia.
“Se è tutto regolare, non ci opporremo all’analisi della spazzatura”, ha detto Luciano Garofano, ex generale del Ris e oggi consulente dell’indagato Andrea Sempio, entrando nella questura di Milano per il secondo giorno dell’incidente probatorio, disposto dalla gip del tribunale di Pavia, Daniela Garlaschelli. “Vogliamo verificare che ci sia stato un sequestro formale. Se è tutto regolare e il sequestro era formale come credo, perché ci è stato esibito oralmente, procederemo con l’analisi dei residui dell’immondizia”, ha fatto sapere Garofano. Consulenti e periti dovranno oggi completare anche l’analisi degli adesivi dattiloscopici con cui sono state rilevate dai Ris le impronte all’interno della villetta di via Pascoli. “Ci tengo a dire che non c’è alcuna differenza tra le fasce para-adesive e gli acetati, assolutamente nessuna. Sì andava con l’una o con l’altra a seconda della disponibilità”, ha voluto chiarire l’ex generale del Ris
L’avvocato Giada Bocellari, uno dei legali di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata, ha dichiarato che la difesa di Andrea Sempio “ha il diritto di fare tutte le opposizioni che ritengono opportune nell’interesse del loro assistito”, ma il verbale di sequestro della spazzatura repertata nella villetta di Garlasco otto mesi dopo l’omicidio di Chiara Poggi e oggi, 18 anni dopo, oggetto dell’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli “lo abbiamo già prodotto, quindi non vedo dove stia il problema. Quella roba era sequestrata”.
“L’altroieri dovevamo partire con l’analisi della spazzatura, ma si sono opposti perché non risultava agli atti il verbale di sequestro. Alla fine sono riuscita a recuperare i verbali, ne ho dato lettura e poi li ho prodotti”, ha spiegato Bocellari, entrando alla questura di Milano per l’incidente probatorio, riferendo anche che “a quanto ne so io, l’altro giorno il giudice aveva comunque detto di procedere all’analisi in ogni caso, ancora prima che trovassimo i verbali. Vediamo se oggi si sollevano altre questioni”. In particolare – ha aggiunto – “bisogna capire se la loro è un’eccezione prettamente giuridica che io rispetto, però nel merito questa spazzatura c’è e non vedo perché non si debba analizzare, se ci può dare dei dati in più. Noi siamo serenissimi”.
L’ipotesi degli inquirenti è che Chiara Poggi possa aver fatto colazione con i suoi assassini (l’accusa parla di un delitto in concorso) e che dunque su quegli alimenti – si analizzerà anche un cucchiaino trovato sul divano – possa esserci la traccia di chi ha ucciso. Sempio, in più interviste, ha sempre sostenuto di non aver mai mangiato il Frùttolo e, dunque, oggi ci potrebbe essere un riscontro alle sue dichiarazioni laddove dalla spazzatura – rimasta nell’abitazione per otto mesi e sequestrata solo quando alla famiglia Poggi è stato permesso di rientrare in casa – possano esserci tracce genetiche utilizzabili. C’è il rischio concreto di contaminazione.
Il quesito della giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli è chiaro: estrarre il Dna utile dai reperti. Se i consulenti dovessero sollevare la controversia sulla possibile presenza di impronte dovrà pronunciarsi nuovamente la gip poiché si esce dal ‘terreno’ dell’incidente probatorio. Finito il lavoro sulla pattumiera, gli esperti termineranno il lavoro sulle restanti impronte raccolte su fogli di acetato per rilevare la presenza di sangue tramite Obti test, lo strumento più efficace per l’accertamento ematico. Dunque l’esame di oggi non riguarderà le tracce già esaminate (tutte prive di sangue), come la traccia 10 – trovata sulla parte interna della porta d’ingresso di casa Poggi – su cui l’Obti test ha dato un esito negativo.
La giornata di oggi sarà anche l’occasione per fare un calendario sui prossimi passi che riguarderanno l’estrazione del Dna dai reperti: non solo su tutte le impronte repertate in casa Poggi, ma anche sul frammento del tappetino del bagno dove secondo la sentenza della Cassazione l’assassino Alberto Stasi lascia le impronte insanguinate delle sue scarpe con suola a pallini numero 42.
Dell’incidente probatorio fa parte anche l’analisi dei tamponi, recuperati dai laboratori di Medicina legale di Pavia. Consulenti e periti si confronteranno, infine, sui risultati grafici (i frammenti sono stati consumati nel tentativo di arrivare a un risultato certo) dei campioni biologici rilevati sulle unghie di Chiara Poggi. Uno dei due profili maschili è attribuito dalla Procura di Pavia ad Andrea Sempio. La road map prevede un lavoro che non finirà prima di tre mesi.
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