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Catella (Cassa Depositi e Prestiti): “Aree interne e rurali hanno forte potenziale”

7 Maggio 2025

Riva del Garda, 7 mag. (Adnkronos) – “Il cuore della transizione ecologica è anche sociale, le città non possono crescere solo in verticale e in estensione. Le aree interne, rurali e montane spesso considerate svantaggiate in realtà sono una risorsa dormiente, hanno infatti un patrimonio sottoutilizzato e un forte potenziale umano e ambientale”.

Lo riferisce Giuseppe Catella, infrastructure advisory associate di Cassa Depositi e Prestiti, al panel ‘Quali politiche e strategie globali per la transizione ecologica?’ dell’edizione 2025 di Rebuild, la due giorni in svolgimento al Centro Congressi Riva del Garda (TN) il 6 e 7 maggio e dedicata all’edilizia sostenibile.

A rientrare nella transizione sociale anche l’aspetto della demografia, la cui variazione determina anche un ripensamento del modo di costruire ed abitare. “L’Italia nel 1946 ha avuto il più grande salto demografico positivo – sottolinea Catella – ma dal 2006 assistiamo ad un saldo negativo costante, con -1,8 mln di residenti negli ultimi 10 anni. L’80% dei comuni italiani è già in stato di spopolamento o lo sarà nella prossima decade”.

Tre gli assi di intervento per una rigenerazione più sostenibile, dal punto di vista di chi opera nella finanza: “Realizzare progetti di housing sociale ad impatto positivo, con costruzioni biocompatibili, efficienti e integrate nel contesto, puntare sul turismo sostenibile come volano per l’economia locale, con il riuso di borghi e centri storici, elementi proprio del turismo esperienziale, lento e culturale, e coinvolgere le imprese locali mantenendo così le filiere corte”.

“In Cassa Depositi e Prestiti pensiamo che per una transizione giusta ed inclusiva servono politiche multilivello – fiscali, economiche ed industriali – integrate, che tengano conto non solo della transizione energetica ma anche della transizione demografica, che garantiscano un accesso equo al credito e ai fondi europei e promuovano la misurazione dell’impatto con un unico modello che permetta anche la replicabilità”, conclude.

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