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Cecchettin: giudici, ‘Giulia vittima del manipolatore Turetta ma non ne aveva paura’

8 Aprile 2025

Milano, 8 apr. (Adnkronos) – “Giulia era semmai intimorita per lo stato di salute del Turetta, ma tale timore, che affondava le radici sul senso di colpa e sulla personalità generosa della giovane ragazza, non si è mai declinato in uno stato grave e perdurante di ansia”. E’ uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 3 dicembre i giudici della Corte d’Assise di Venezia hanno condannato all’ergastolo, escludendo l’aggravante dello stalking e della crudeltà, lo studente per l’omicidio dell’ex fidanzata di Vigonovo.

“Giulia Cecchettin certamente era vittima delle condotte oggettivamente moleste, prepotenti e vessatorie del Turetta ma non aveva paura di lui: ed è proprio per questo motivo che era stata proprio lei a dare appuntamento all’ex fidanzato, proponendogli di accompagnarla a fare acquisti in vista della laurea” poche ore prima che lui la accoltellasse, per ben 75 volte, l’11 novembre 2023. “Dalla lettura delle chat tra i due ragazzi, perfino quelle degli ultimi giorni, si coglie perfettamente come Giulia, pur avendo capito che Turetta era ossessionato da lei, fosse del tutto inconsapevole della pericolosità dello stesso e non provasse alcun timore di lui: nei vari messaggi la ragazza si rivolge a lui con toni arrabbiati, forse esasperati per l’insistenza e per la ostinata impermeabilità del Turetta di fronte a ogni suo tentativo di affrancazione da quelle che ella stessa chiaramente percepiva essere pretese insensate” aggiunge la Corte.

“Non solo gli stretti familiari della vittima, ma anche le amiche con cui si confidava e gli amici che conoscevano Filippo non hanno mai percepito in Giulia uno stato d’animo idoneo a configurare quello stato di ansia grave e perdurante richiesto dalla norma incriminatrice o un qualsivoglia timore per la propria incolumità”, si legge nelle motivazioni con cui pur riconoscendo un atteggiamento ossessivo e persecutorio non riconoscono lo stalking come aggravante. Giulia Cecchettin “era ben consapevole sia della insensatezza delle pretese del Turetta sia del carattere manipolatorio delle affermazioni autolesionistiche di costui e si è visto come ella non si fosse piegata a tali pretese: e proprio per questo è stata uccisa”.

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