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C’era una volta Berlusconi. E c’è ancora: online

12 Giugno 2025

(Adnkronos) – Sono due anni dalla morte di Silvio Berlusconi. Due anni senza il Cavaliere, ma solo nella realtà dei vivi. Perché nel regno sconfinato dell’internet – dove tutto si trasforma e nulla si cancella – Berlusconi è più presente che mai. Non nei talk show o nelle prime pagine dei giornali, ma nei reel di TikTok, nei thread su X (ex Twitter), nei collage su Instagram, e ovviamente nel regno sacro dei meme.

Silvio è diventato immortale. Nei libri di storia, per chi li legge ancora, e negli archivi infiniti della cultura pop.

In questo nuovo Pantheon digitale, dove i boomer diventano personaggi di culto per la Gen Z, Berlusconi svetta come un’icona trasversale: un po’ nonno, un po’ ‘fratm’, un po’ influencer. È il protagonista di gif eterne, in cui si aggiusta la cravatta con aria compiaciuta, fa cucù al ‘Maurizio Costanzo Show’, lancia frasi surreali e castiga i poveri comunisti. Ogni sua uscita – reale o remixata – diventa un contenuto da condividere.

Le corna al vertice Ue hanno ormai 23 anni, ed è l’unico momento tramandato tra capi di governo che nessuno saprebbe riconoscere. Quando conta “Un, due, tre” con le dita, era l’aprile 2018, un momento di grande tensione politica: consultazioni al Quirinale, Salvini che elenca le richieste del centrodestra ma in realtà sta per rompere l’alleanza con Berlusconi e Meloni per fare il governo con i 5 Stelle. Oggi chi se lo ricorda, è solo l’immagine perfetta per creare liste improbabili.

L’apprezzamento compiaciuto di Michelle Obama, lo spolverare la sedia di Marco Travaglio, l’asciugare il sudore sulla fronte di Salvini, gli occhiali anti-uveite, l’agnello in braccio, Putin e Dudù, pari grado, sulle pagine di ‘Chi’. Il Berlusconi-meme è amato anche da chi non lo ha mai votato – o non era ancora nato quando governava – perché oggi non rappresenta più solo un’epoca, ma un ‘vibe’.

La sua figura è diventata materia fluida, nostalgica, eterna. Una maschera contemporanea slegata dalle sue mille identità di imprenditore, politico, presidente del Milan o playboy: il Berlusconi che è ancora tra noi è quello che canta sulle note di Apicella con bandana e Tony Blair, o balla “Meno male che Silvio c’è” in un loop infinito di autoironia.

Chi ha vissuto i trent’anni della sua vita pubblica forse fatica a capire questa rilettura postmoderna. Ma le nuove generazioni hanno adottato il Berlusconi digitale come si fa con i personaggi di culto che hanno attraversato le generazioni: Totò, Mike Bongiorno e Alberto Sordi. Chi altro può vantare un simile successo, nel campo politico occidentale? Forse la regina Elisabetta, con i suoi vestitini, la mano che saluta, i cocktail e i corgi; e Churchill, il sigaro, la vasca da bagno, le citazioni saccheggiate. Silvio è nell’immaginario come Napoleone, ma con l’autotune.

Non è revisionismo. È TikTokismo. “Ciao ragazzi, eccomi qua!”, per citare il suo video di esordio sulla piattaforma cinese, “tic toc tac”.

E così, il secondo anniversario della sua scomparsa non sarà (solo) corone di fiori o editoriali più o meno solenni. Sarà video, remix dance, emoji, cuoricini, e quella forma di partecipazione collettiva che oggi equivale a una statua: l’immortalità nella memoria condivisa del web.

Silvio Berlusconi voleva piacere a tutti. Ci è riuscito. Anche post mortem. (di Giorgio Rutelli)

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