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Cinema: Amato (M5S), ‘Giuli è ministro di rappresentanza’

25 Marzo 2025

Roma, 25 mar. (Adnkronos) – “Chi di voi viene adesso?’ avrebbe chiesto quel genio di Paolo Villaggio. E dopo la presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (Apa), ecco che sul giornale di Confindustria arriva l’amministratrice delegata di Cinecittà, Manuela Cacciamani. Un incarico ottenuto per volere di Arianna Meloni”. Così il deputato M5S, Gaetano Amato.

“Parliamo della stessa Cacciamani che, con la sua precedente società, One More Picture (da cui si è dimessa a luglio 2024), ha visto un improvviso boom di fatturato e ha curato spot pubblicitari per Giorgia Meloni fin dai tempi in cui era Ministro della Gioventù con Berlusconi. Ha inoltre gestito la parte social della campagna ‘Cinema Revolution’, tanto cara alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni: quindici milioni di euro spesi in totale assenza di trasparenza. A differenza della sua predecessora Chiara Sbarigia—che si è sempre auto-promossa ricoprendo contemporaneamente i ruoli di presidente di Cinecittà, presidente di Apa e consulente della Borgonzoni—Cacciamani sceglie di farsi intervistare. E qui iniziano le contraddizioni. ‘Non abbiamo licenziato nessuno’, dichiara. Peccato che a febbraio 2025 siano stati allontanati il direttore degli affari legali e quello della comunicazione”.

“Vuoi vedere che qualcuno ha agito a sua insaputa? Dichiara anche di aver trovato una Cinecittà vuota al momento del suo insediamento, a luglio 2024. Quindi sta smentendo sia l’amica Sbarigia (presidente di Cinecittà dal 2021) che la sottosegretaria Borgonzoni, che per anni hanno magnificato l’efficienza degli studi romani? In pratica, sta confermando che il disastro è stato causato proprio dalla gestione Borgonzoni e dal suo tax credit. E ancora: parla di note di credito—obbligatorie, visto che l’ex ad Nicola Maccanico era stato accusato di non aver lasciato i conti in ordine e si lancia in previsioni ottimistiche, profetizzando un fatturato di 30-35 milioni nel 2026. Peccato che questo significhi ammettere implicitamente che anche il 2025 sarà un anno disastroso. E comunque, la cifra è ben lontana dai 47 milioni registrati nel 2023 sotto la precedente gestione. Vista la totale assenza di potere del ministro di rappresentanza Alessandro Giuli, chiediamo alla Borgonzoni o a Mazzi, veri ministri, di revocare l’incarico a Giuli”.

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