Confitarma: “Su navi ci sono lavoratori ma devono affrontare guerra”
Roma, 26 mar. (Labitalia) – ”Alla fine chi ci sta a bordo sono sempre dei lavoratori, a cui non abbiamo fatto prendere una professionalità per diventare dei militari o dover affrontare una situazione di guerra, ma oggi le devono affrontare”. Lo afferma il vice presidente di Confitarma, Cesare d’Amico, intervenendo alla puntata ‘Navigare il Mar Rosso’, del programma di approfondimento sull’economia del mare ideato da Confitarma. ”E’ doveroso dire che stiamo difendendo gli interessi nazionali, l’economia e far sì che noi qui che siamo tutti seduti e comodi possiamo continuare a beneficiare dei prodotti e che tutto può andare avanti”, sottolinea d’Amico. ”Però noi ci teniamo che questa scorta è fatta per rendere il lavoro dei nostri marittimi assolutamente sicuri”.
Il vicepresidente ricorda che ”siamo passati con i barchini dei fuoribordo che avevano 45 anni e pretendevano di arrampicarsi sulle navi nel 2027, a oggi con agli attacchi con i droni. Questi eventi, prosegue d’Amico, ”si stanno trascinando da tanto tempo, gli eventi della pirateria in certi momenti sono stati più tragici perché meno prevedibili”.
”Oggi i nostri equipaggi, le navi degli armatori di tutto il mondo, sono equipaggiate con gli strumenti di autodifesa per agevolare l’interazione con le navi militari”, sottolinea il vicepresidente. ”Una formazione adeguata, anche a livello psicologico, in modo che si possono sentire sufficientemente tranquilli, tutelati e difesi”. ”Credo che il primo step sia stato fatto ma oggi, proprio per rendere questo mare più sicuro e cercare di avere maggior transito di navi commerciali, non possiamo pensare di coprire questa area con 4 navi”.
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