Dc: mostra su vignette Andreotti, Mulè ‘era il più bersagliato ma satira sale democrazia’
Roma, 15 mar. (Adnkronos) – “Saldamente ancorata ad una tradizione millenaria nata proprio sul suolo italico nel II secolo prima di Cristo dagli esametri ruvidi e fangosi del poeta Lucilio, la satira costituisce da secoli la più graffiante delle manifestazioni artistiche e civili basate su sarcasmo, ironia, trasgressione, dissacrazione e paradosso… È ovvio che, tra i vari tipi di satira, la politica sia di gran lunga quella che raccoglie maggiore interesse e consenso. Anzi, più in alto si colloca il destinatario, più appare intoccabile e maggiore è l’interesse del pubblico. Sappiamo bene come l’universo parallelo della satira (e lo dimostra la sua fortuna millenaria) sia il sale della democrazia…”. A sottolinearlo è stato il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, presentando la mostra di vignette archivio Giulio Andreotti, ‘L’insostenibile leggerezza dell’estero – Satira politica 1950 – 1991’, inaugurata oggi presso il Corridoio degli atti parlamentari di palazzo San Macuto, a Roma.
”La satira -ha spiegato Mulè- ha il potere di condurre alla visione della realtà da un punto di vista trasversale, necessariamente imprevisto, indicibile, ficcante, grottesco, tagliente, comico. Anche se ingiusto o inopportuno, è un punto di vista necessario alla vita civile, perché obbliga all’alterità di visione ponendo l’uomo pubblico sullo stesso piano di tutti. Per questo la satira è un formidabile veicolo di democrazia: perché è applicazione spiccia del principio di uguaglianza”. Per questo la “Costituzione all’articolo 33 che sancisce la libertà dell’arte ne riconosce il diritto di espressione”.
“Lo sapeva bene Giulio Andreotti -ha spiegato l’esponente azzurro- essendo un politico di alto profilo, una mente formata dall’amore dei classici e, di certo, il più bersagliato dalla satira, fosse solo per la sua lunga carriera parlamentare. In una intervista del 2001 affermava, infatti, che ‘nessuno può giudicare la satira perché sarebbe come voler misurare la fantasia’. Proprio grazie ai ritagli di giornale che conservava nel suo immenso archivio -ha rivelato Mulè- oggi siamo in grado di apprezzare questa mostra che traccia la contro-storia della Repubblica dal dopoguerra agli anni Novanta sul tema dei rapporti esteri”.
Tra i 50 artisti presenti, oltre all’intramontabile Emilio Giannelli, ha affermato Mulè, “spicca per frequenza Giorgio Forattini, diventato in fin dei conti il creatore del più noto profilo caricaturale di Andreotti. Lo ritrasse in più di 500 vignette (‘alcune proprio cattive’, a detta dello stesso Forattini) senza ricevere mai una querela. È quindi anche un bell’esercizio di stile democratico, e se si vuole andreottiano, la visione di questa mostra voluta e curata dall’Archivio Andreotti con l’Istituto Sturzo e la Fondazione Hanns Siedel”.
“Ringrazio quindi -ha concluso il vicepresidente della Camera- tutti loro per aver offerto la possibilità di portare alla Biblioteca della Camera queste testimonianze che ci riporta, da un punto di vista particolare, a una parte della storia più prossima del nostro Paese”.
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