Ddl Concorrenza: Martella (Pd), ‘nulla per competitività e crescita Paese’
Roma, 29 ott. (Adnkronos) – “La legge annuale per il mercato e la concorrenza dovrebbe rappresentare un fondamentale strumento per favorire la crescita, la competitività e la modernizzazione del Paese. Ma per il terzo anno consecutivo il governo ha mancato l’obiettivo. E’ un testo che non incide sugli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano la concorrenza in Italia, che non tiene conto delle raccomandazioni europee e delle segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e che non è nemmeno coerente con gli impegni del Pnrr. In più è stata approvata in fretta e furia, con una forzatura e con l’ennesima fiducia”. Così il senatore del Pd Andrea Martella, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto sul ddl concorrenza.
“I nostri emendamenti – prosegue – sull’Acquirente unico per calmierare i prezzi per i clienti domestici vulnerabili, per favorire vera competizione tra operatori, per avviare da parte di Agcom un’indagine sugli squilibri nei mercati di Tlc e media, per liberalizzare le promozioni e i saldi, per garantire la parità di accesso alle infrastrutture portuali e i servizi di prossimità nei piccoli comuni non sono rientrate nel testo. Né c’è rientrato il digitale, che viene ignorato mentre noi avevamo proposto un’apposita legge annuale”.
“E’ rimasta invece, seppure modificata, la norma voluta da Fdi che cancella il divieto di cartelloni pubblicitari sessisti, omofobi o basati su stereotipi di genere e conferma il permanere di una cultura retrograda inaccettabile. La destra ha dovuto fare marcia indietro sul ritorno al passato del ‘mercato controllato’ della protezione delle lobby e sulle assicurazioni. Ma la verità è che il governo Meloni ha paura di decidere, non vuole scegliere, non vuole aprire, non vuole modernizzare. Preferisce la rendita alla competizione, l’attesa al cambiamento, la propaganda alle riforme. Per noi invece la concorrenza è un diritto dei cittadini, fattore di crescita e strumento di giustizia economica e sociale”, conclude.
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