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Dengue, gli esperti: “Bene modello marchigiano per contenere focolaio”

20 Febbraio 2025

Roma, 20 feb. (Adnkronos Salute) – La scorsa estate sono stati registrati 700 casi di febbre Dengue in Italia: oltre 200, autoctoni, si sono verificati tra le città di Fano e Pesaro. Come numero di casi, quello delle Marche è stato il focolaio più esteso in Europa. Il problema socio-sanitario è stato affrontato con successo grazie al lavoro intersettoriale di tutte le istituzioni locali e al coinvolgimento diretto della popolazione, secondo gli esperti riuniti oggi ad Ancora per il convegno ‘One Health e arbovirosi: prevenzione e controllo in emergenza della Dengue’, per avviare un confronto scientifico multidisciplinare sull’episodio epidemico di virus Dengue in Italia centrale.

“Gli eventi dell’estate 2024 ci hanno insegnato qualcosa che è giusto non dimenticare – afferma Vincenzo Caputo, direttore generale Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria Marche, professore all’ateneo Federico II, Scuola di specializzazione in Malattie infettive, profilassi e polizia veterinaria – Per debellare la Dengue è necessario combattere l’agente vettore che è rappresentato dalla zanzara tigre. Perciò è imprescindibile un coinvolgimento diretto di tutti i cittadini. Fondamentale è stato il lavoro intersettoriale di Regione, Istituto zooprofilattico attraverso il proprio Centro biregionale per le malattie trasmesse da vettori, diretto dal dottor Stefano Gavaudan, Comuni, aziende sanitarie locali. In particolare il servizio del Dipartimento di Prevenzione con le sue articolazioni mediche e veterinarie”.

L’evento di Ancona gode del patrocinio di One Healthon, una rete nazionale di esperti che intende investire e tutelare il capitale naturale attraverso un approccio One Health che consiste nella promozione contemporanea della salvaguardia e del benessere dell’ambiente, degli animali e degli esseri umani. “L’emergenza che ha colpito il nostro territorio nei mesi più caldi del 2024 – sottolinea Rossana Berardi, professore ordinario di Oncologia Università Politecnica delle Marche e responsabile scientifico e coordinatrice del progetto – è stata l’evidente dimostrazione delle fortissime interconnessioni tra la salute dell’ambiente e quella degli esseri viventi che lo popolano. Il focolaio tra Pesaro e Fano ha destato timori soprattutto per la popolazione fragile, inclusi i pazienti oncologici, spesso immunodepressi e soggetti a rischi e a complicanze maggiori rispetto ad altri. Ha inoltre messo in risalto il ruolo importante e positivo che può svolgere la cittadinanza quando viene informata nel modo corretto. Questo – conclude – rappresenta uno degli obiettivi principali del progetto One Healthon: quello di creare una cultura della salute che possa aiutare a prevenire le malattie e la loro diffusione”.

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