**Difesa: Borghi (Iv), ‘elezione Trump acceleri risposta Ue, sarà vero e proprio banco prova’**
Roma, 8 nov. (Adnkronos) – “L’elezione di Trump può, e credo debba avere, un effetto di accelerazione in termini di reazione verso una maggiore risposta europea, per evitare che un maggiore isolazionismo americano si traduca in una riduzione degli standard della nostra sicurezza”. Questa la strada secondo Enrico Borghi, capogruppo Iv al Senato, interpellato dall’Adnkronos sui possibili effetti dell’elezione di Donald Trump sulla difesa.
Senatore Borghi, per il ministro Crosetto, dovremo dimostrare di essere disposti a garantire noi per primi la nostra sicurezza. Condivide? “Il tema di una ‘europeizzazione’ del nostro sistema di difesa e sicurezza non è di oggi. E peraltro è stato descritto con grande efficacia nel rapporto Draghi, che ha posto l’accento sulla sovranità europea in questa materia per risolvere sovrapposizioni e per evitare l’eccessiva suddivisione di fondi e progetti che non consente al comparto di avere la giusta dimensione (finanziaria, industriale e militare). L’elezione di Trump può, e credo debba avere, un effetto di accelerazione”.
Ma come garantire la sicurezza? I soldi non ci sono… “La spesa militare totale nei paesi Ue nel 2023 e’ stata di 313 miliardi di dollari, circa un terzo di quella degli Stati Uniti (916 miliardi) e di poco superiore alla Cina (296 miliardi). Nei fatti la spesa militare europea non è così bassa. È il triplo di quella della Russia che, secondo le stime Sipri, nel 2023 è aumentata del 24% a 109 miliardi di dollari, per la guerra con l’Ucraina, quella di Kiev +51% a 64,8 miliardi”.
“Il problema è che è una spesa frammentata -osserva Borghi- mentre il campo industriale europeo del settore è caratterizzato soprattutto da operatori nazionali che agiscono in mercati nazionali relativamente piccoli. Per questo servono i campioni europei del settore, che siano in grado di attrarre i fondi di venture capital e di fare efficienza e innovazione spinta. E poi c’è il tema dei bond europei per la difesa e della deroga ai patti di stabilità dei singoli paesi per gli investimenti nel settore”.
In una Ue in cui crescono destre sovraniste, la difesa comune europea diventa un obiettivo ancora più difficile? “Diventa il vero e proprio banco di prova che ci dirà se siamo stati all’altezza di questa fase storica. Lo diceva già De Gasperi 70 anni fa, e solo così potremo garantire effettivamente la sicurezza dell’Europa e la sua autorevolezza sul piano diplomatico”.
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