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**Difesa: Pse sostiene ReArm, Schlein conferma critiche, c’è ok S&D su fondi coesione**

6 Marzo 2025

Roma, 6 mar. (Adnkronos) – Elly Schlein tiene il punto in Europa. Al prevertice a Bruxelles con il portoghese Antonio Costa, il premier spagnolo Pedro Sanchez e i leader della famiglia socialista, la segretaria del Pd conferma le critiche al piano ReArm di Ursula Von der Leyen. “Sì alla difesa comune, no al riarmo dei singoli 27 Paesi”, ribadisce. Schlein mette sul tavolo due nodi. Il primo è quello della necessità di investimenti comuni europei non solo per la difesa “ma anche per il sociale, il clima, l’innovazione”. Il secondo è il no all’uso dei fondi di Coesione per le spese militari. Punto, quest’ultimo, su cui c’è stato consenso al pre-vertice S&D. “Su questa nostra priorità, c’è stato consenso tra i socialisti europei”, riferisce Peppe Provenzano al termine della riunione a Bruxelles.

Tuttavia nel merito del piano Von der Leyen la capogruppo S&D in Ue, la spagnola Iratxe Garcia Perez, mette agli atti un sostanziale via libera. “Sì al riarmo dell’Europa. Ma abbiamo bisogno di un di più: noi abbiamo bisogno di lavorare per definire e costruire una difesa comune. E’ un momento molto delicato e il futuro dell’Europa è nelle nostre mani. L’Europa è un progetto di pace e noi dobbiamo difendere il nostro progetto, difendere l’Ucraina e i nostri valori”.

Insomma, i Socialisti valutano il piano ReArm come un “primo passo” verso la costruzione di una vera difesa comune europea. E su questa linea di attestano anche i riformisti del Pd. A partire dalla vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno. “La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea”, evidenzia l’esponente dem, la prima -seguita poi da Paolo Gentiloni- a ‘smarcarsi’ dalle posizioni più critiche di Schlein. “Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia”, aggiunge.

Schlein alla riunione di oggi ha confermato le perplessità. “Lavoriamo con socialisti e democratici -ha detto in collegamento da Bruxelles a Sky- per cambiare proposte e farle andare nella direzione che serve, che non è quella indicata da Ursula von der Leyen. Per fare Difesa comune servono investimenti comuni sorretti da debito comune e non c’è nulla di tutto ciò nel piano Von der Leyen”. Quindi il punto dei fondi di coesione: “È inaccettabile prendere fondi di coesione e dirottarli su spese militari. Così lasceremo indietro le priorità che erano intrecciate nel Next Generation Eu. Sarebbe un errore”.

Su questo punto c’è stata condivisione tra i Socialisti. Del resto, riferiscono fonti dem in Ue, anche lo stesso governo italiano si muove su questa linea anche perchè “i fondi di Coesione sono nel portafoglio del commissario Fitto che sta lavorando in prima persona a una mediazione”. Dice Debora Serracchiani: “Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione”.

Alessandro Alfieri, coordinatore della minoranza dem, parla di “lavoro prezioso” che “i nostri stanno facendo a Bruxelles” sui fondi di coesione e “in questo quadro -aggiunge- va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa”. Anche perché così “sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica. Un passo importante -conclude-, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.

Sul piano Von der Leyen non dovrebbe esserci un voto del Parlamento Ue, perché la presidente della commissione ha attivato la procedura d’urgenza e quindi potrebbe esprimersi solo il Consiglio europeo dei capi di governo. Ma in ogni caso ci sarà un voto a Strasburgo, spiegano fonti dem in Europa: si voterà una risoluzione sul ReArm e la delegazione Pd sarà chiamata ad esprimersi.

“Vediamo cosa esce dal Consiglio europeo, quali saranno le conclusioni. Se ci saranno modifiche e quali saranno. Noi -dice Sandro Ruotolo, eurodeputato dem, raggiunto al telefono- non cambiamo linea. Non è che improvvisamente siamo per il riarmo dei singoli Stati. Che è ben diverso dalla difesa comune. La sicurezza passa dall’avviare un processo di pace e dalla riduzione delle disuguaglianze. I fondi di Coesione non si devono toccare. Vediamo cosa esce dal Consiglio”.

Giorgio Gori, sempre nella delegazione Pd in Europa, la mette invece così: “Il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea”. Per l’europarlamentare dem Pierfrancesco Maran “l’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice RearmEU’, è un primo passo. Va tuttavia integrata e sviluppata”.

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